{{IMG_SX}}Bagnaia, (Siena) 22 maggio 2009 – I giovani e i loro quotidiani: un rapporto in evoluzione continuo. Nella prima parte della mattinata i ragazzi in sala nei lavori ne hanno parlato con Massimo Gramellini, conduttore del convegno, Piergaetano Marchetti, presidente Rcs Mediagroup, Paolo Mieli, John Elkann, qui in veste di editore de La Stampa, Giancarlo Cerutti, presidente de Il Sole 24 Ore. Il rapporto fra carta e web, il valore dell’informazione seria e autorevole, su qualunque media, e il nodo del giornale come impresa sono stato i temi comuni a tutti gli interventi e le domane.

 

E se da una parte Marchetti ha subito sottolineato come i numeri appena presentati (un milione di giovani lettori in più nel giro di 6 anni), definendoio ‘un po’ di luce in uno scenario che sembrava pieno de tenebre’, dall’altra ha evidenziato che aumenta sì la propensione delle nuove generazioni a leggere un quotidiano, ma la percentuale
crolla quando si tratta di comprarlo.

 

L’informazione viene percepita come un bene essenziale: questo può portare a pensare che non debba essere pagata? Il riferimento alla free press e ovviamente a internet è ovvio: “Ci deve essere un futuro anche per l’impresa che fa informazione”, dice Marchetti, mettendo in evidenza che il prezzo di un quotidiano è paragonabile a quello di un caffè, circa 20 volte in meno di un ingresso in discoteca. “C’è un problema di educazione psicologica, di scale di valori - dice - per cui una fonte di informazione merita di essere pagata, ma questo modello non si percepisce in un società in cui non viene premiato chi sa capire”. E non necessariamente la crisi attuale, che si traduce in tagli di costi, vorrà dire un abbassamento della qualità: lo stesso Marchetti ricorda che molte ristrutturazioni aziendali si sono fatte puntando contemporaneamente su qualità e riduzione di costi.

 

Il parallelo con l’attuale stato di crisi della carta stampata, e quello vissuto a inizio anno '90 è stato fatto da Paolo Mieli, che ha raccontato come allora fu risolutivo affrontare la sfida con la tv: “Allora l’apparentamento fra giornali e tv non fece perdere fisionomia ai giornali, anzi, per me l’idea che i giornalisti si facessero conoscere in tv era una forma di arricchimento” spiega Mieli.

 

Come affrontare la sfida di internet? “Puntando sulla reputazione, che significa puntare su qualcosa che da gratuito un giorno si trasformerà in redditizio”. Internet è un mondo “anarchico, e i giornali hanno la funzione di mettere ordine in questa anarchia”. Negli anni ’90 hanno tenuto lo scettro dell’autorevolezza rispetto alla tv, ora devono tenerlo nel mare magnum del web. Inevitabilmente si parla del tema più caldo degli ultimi giorni: le notizie su internet diventeranno a pagamento? “l’autorevolezza del giornale si trasmette sul sito – risponde Mieli - e questo a questo punto può anche essere pagato”

 

“Valorizzare quello che i giornalisti fanno” su qualunque mezzo, è un punto centrale anche per John Elkann. “E’ importante lavorare per dare ai propri lettori ciò che interessa, valorizzarle le informazioni e farsi pagare per sostenersi nel tempo”. I ragazzi chiedono giornali trasparenti, chiari, oggettive per Elkann il lettore va comunque messo al centro: “Noi guadagniamo se riusciamo a sostenere coi ricavi quello che costa un giornale, è importante che i lettori siano soddisfatti. Chi scrive deve interessare chi legge”. Questo perché è sempre il
mercato il giudice di un prodotto.

 

E la sfida del web? “I nostri mancati profitti non dipendono da internet, - scandisce chiaramente il giovane editore - credo che internet sia una straordinaria opportunità per chi fa l’editore, consente cose che prima non avevamo”. Certo il problema di come rendere redditizio per un’azienda anche fare informazione online va affrontato: “La musica è l’esempio più pertinente – sostiene Elkann- se si guarda a come l’ipod e itunes hanno modificato l’ascolto della musica: chi ha l’ipone compra musica e film, senza stimolare la pirateria. Bisogna utilizzare la tenoclogia come opportunità e rispettare le regole” dice Elkann. Quindi finiremo con le news sul web a pagamento? Insistono i ragazzi. “Si è parlato dell’idea di Murdoch per micropagamenti – ricorda Elkann – credo che la strada sia poi quella da percorrere”.

 

“La carta stampata ha dovuto difendersi da tanti attacchi – ricorda anche Cerutti -. Negli anni 80 la tv commerciale sembrava dover uccidere la carta stampata. Non dobbiamo pensare che siano fenomeni a compartimenti stagni e si uccidano a vicenda, dobbiamo pensae che possano integrarsi a vicenda”.

 

“Noi abbiamo oggi un settore web collegato al giornale che fattura 38 milioni di euro, di cui 3 sono legati alla notizie: borsa tempo reale, archivi storici. Siamo specifici e questo ci aiuta, come ci aiuta la nostra funzione di servizio. Es. il giornale di carta dà notizia di una nuova disposizione fiscale o legale o amministrativa, viene ripreso dal settimanale fiscale che la spiega e la collega, poi la passiamo al web. E questo ci porta introiti, e questa esperienza ci aiuta sicuramente”. News web a pagamento? Cerutti media: “Non possiamo passare da un estremo all’altro, ci deve essere una gradualità, ma andiamo verso il pagamento”.