{{IMG_SX}}Bagnaia (Siena), 23 maggio 2009 – I dati della ricerca Eurisko su “I giovani e la comunità” spostano il focus dei primi lavori della seconda giornata del convegno ‘Crescere fra le righe’ su valori e interessi delle nuove generazioni. Dati confortanti, da cui emerge che la lettura del quotidiano in classe ha fatto crescere la coscienza
civica e la partecipazione dei ragazzi, rivalutando anche il rapporto con gli insegnanti.

 “Il vero problema è offrire ai giovani delle occasioni per partecipare”, commenta Giuseppe Guazzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri (Associazione di fondazioni e Casse di Risparmio), che ha insistito proprio sul miglioramento dei rapporti fra insegnanti e studenti.

Di giovani e futuro ha parlato Giovanni Bazoli, Presidente del Comitato di sorveglianza Banca Intesa San Paolo che ha esortato innanzitutto i ragazzi a “organizzare tutti i propri sforzi in vista del traguardo, verso una professione. Ma ci deve essere una disponibilità verso l’imprevisto - spiega raccontando la proprie esperienza personale - Non sono un manager, ma la mia preparazione giuridica mi ha aiutato a coprire questo ruolo”.


Quali sono le responsabilità banche e dei politici nella crisi, è la prima domanda che arriva dalla platea dei giovani: “La crisi di oggi ha basi molto diverse da quelle del ‘29. Quella di oggi è nata nell’ambito finanziario in America e per questo si potrà definire superata quando sarà superata in America. Al fondo c’è una ricerca
smodata, eccessiva del profitto, in tempi sempre più stretti”.

Dei giornali italiani si torna a parlare con tre protagonisti dell’economia: Diego Della Valle, presidente Tod’s, Giuseppe Mussari, presidente Banca Monte dei Paschi, Marco Tronchetti Provera, presidente Pirelli. “Ci sono giornali belli e giornali meno belli in Italia come in alri Paesi “ sostiene Della Valle “bisogna lasciare ai direttori e ai giornalisti la libertà vera di fare il loro mestiere”, mentre Mussari sottolinea l’importanza dei giornali locali, più vicini ai cittadini, e porta l’attenzione sul fatto che i giornali non sono orami l’unica fonte di informazione per i giovani, e Tronchetti Provera ribadisce la necessità di coinvolgere i ragazzi, che danno prima un occhio alla tv, al pc e poi alla carta.