Milano, 24 febbraio 2010 - Tre dirigenti di Google sono stati condannati dal tribunale di Milano per violazione della privacy in seguito alla pubblicazione sul web di un video con un ragazzo disabile insultato e picchiato dai compagni. Ai tre sono stati inflitti sei mesi di reclusione con sospensione della pena.


Gli imputati sono stati invece assolti dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa, reato del quale rispondeva anche un quarto imputato, pure lui assolto. L'episodio era avvenuto in un istituto di Torino.

 

Il video con le vessazioni al ragazzo, affetto dalla sindrome di Down, venne girato da quattro studenti nel maggio 2006 e poi caricato su Google Video l’8 settembre, dove rimase, cliccatissimo nella sezione 'video più divertenti', fino al 7 novembre, prima di essere rimosso.

 

"Sentenza sorprendente che mette in discussione principi fondamentali di libertà dal momento che i nostri dipendenti sono stati condannati dal giudice per atti commessi da terzi", è stata la presa di posizione del motore di ricerca Google sulla sentenza del Tribunale di Milano. "I nostri colleghi non hanno niente a che fare con il video, non lo hanno girato, nè caricato, nè visionato".

 

"Siamo molto soddisfatti perché con questo processo abbiamo posto un problema serio, ossia la tutela della persona umana che deve prevalere sulla logica di impresa", hanno detto il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e il Pm Francesco Cajani, al termine del processo.

 

"La tutela della persona è fondamentale nella società di oggi - hanno spiegato -. E la libertà di impresa non può mai prescindere dalla tutela della dignità umana, come ha dimostrato questo processo". Questo, secondo Robledo e Cajani, "non è stato un processo sulla liberta’ della rete come alcuni hanno detto. Si è posto invece per la prima volta in Italia un problema serio sui diritti della persona nella società di oggi".

 

PROTESTA L'AMBASCIATA USA - Gli Stati Uniti sono “negativamente colpiti” dalla sentenza del tribunale di Milano di condannare i dirigenti di Google per i contenuti dei video caricati da alcuni utenti: è lo stesso ambasciatore americano a Roma David Thorne a esprimere in un comunicato il disagio del suo Paese per la decisione giudiziaria. "Siamo negativamente colpiti dall’odierna decisione di condanna di alcuni dirigenti della Google Inc. per la pubblicazione su Google di un video dai contenuti offensivi", afferma Thorne.

 

"Pur riconoscendo la natura biasimevole del materiale - precisa l’ambasciatore - non siamo d’accordo sul fatto che la responsabilità preventiva dei contenuti caricati dagli utenti ricada sugli Internet service provider".