New York, 31 dicembre 2009 - E' stata la mancanza di collaborazione tra le varie agenzie antiterrorismo americane a permettere a Umar Farouk Abdulmutallab di salire con l’esplosivo sul volo Amsterdam-Detroit il giorno di Natale. A sostenerlo è la stampa Usa, secondo cui gli elementi per intuire il piano del giovane nigeriano c'erano tutti, ma non sono stati colti proprio per l'atteggiamento di competizione tra le agenzie che hanno in carico la sicurezza del Paese.


Insomma il "catastrofico fallimento del sistema” di cui ha parlato il presidente Barack Obama ha le sue origini nei difetti di comunicazione tra i vari organismi di sicurezza. Un dato che verrebbe evidenziato nei risultati preliminari dell’inchiesta sul mancato attentato e che è stato consegnato al capo della Casa Bianca. Tra le lacune ci sono poi le liste ‘nere’ non aggiornate, gli obsoleti controlli negli aeroporti e la mancanza di nuovi scanner in grado di rivelare la presenza di esplosivo.


Quattro mesi fa la National Security Agency, l’agenzia responsabile per le intercettazioni, aveva captato delle conversazioni tra leader di Al-Qaida nello Yemen, che parlavano di inviare un nigeriano a compiere un attentato. Lo stesso padre di Abdulmutallab, un ricco imprenditore nigeriano, aveva avvertito l’ambasciata americana e la Cia delle sue preoccupazioni per la radicalizzazione del figlio.


Come riportano 'New York Times' e 'Financial Times', la Cia ha inoltrato le informazioni sul nigeriano al National Counterterrorism Center (Nctc). L’Nctc è un ente creato nel 2004, per fornire “analisi integrate di ogni tipo” senza le quali “non è possibile connettere” i pezzi di un mosaico.


Anche il dipartimento di stato ha scaricato la palla nelle mani dell’Nctc, per spiegare come mai il visto di ingresso negli Stati Uniti ad Abdulmutallab non sia stato revocato alla luce delle informazioni su di lui.


Ma il dito non è puntato solo contro la Nctc. Per molti la Cia, che gelosamente mantiene il suo primato nelle operazioni di intelligence internazionale, non avrebbe condiviso informazioni molto importanti con altre agenzie. Secondo quanto detto da funzionari del governo ieri, dopo gli avvertimenti del padre di Abdulmutallab, agenti della Cia in Nigeria avrebbero compilato un dossier sul sospetto, dove si menzionava anche la sua intenzione di compiere studi universitari in diritto islamico nello Yemen.


Il profilo fu inviato al quartier generale di Langley, in Virginia, ma non diffuso tra le altre agenzie. Persone legate alla Casa Bianca hanno anche detto che l’Nctc probabilmente non ha avuto a disposizione tutte le informazioni raccolte dalle intercettazioni dell’Nsa.


Adesso sono due le teste di primo piano che rischiano di saltare nei prossimi giorni: quella del ministro per la sicurezza interna Janet Napolitano (che il presidente stesso ha dovuto seccamente smentire quando aveva sostenuto che le misure di sicurezza avevano funzionato), e quella del Direttore Nazionale per l’Intelligence (Dni), Dennis Blair.


Blair, in particolare, viene considerato il responsabile del mancato coordinamento tra le diverse agenzie, come Cia e Nsa (che dipende dal Pentagono). La figura del Dni, infatti, è stata creata appositamente dopo l’11 settembre per evitare il ripetersi di attacchi come quello contro le Torri Gemelle e il Pentagono.

 

Tutti questi argomenti saranno discussi martedì prossimo alla Casa Bianca nel vertice antiterrorismo convocato da Obama. In una dichiarazione diffusa in serata, il presidente deli Stati Uniti ha precisato di avere parlato con John Brennan, il suo assistente per l'antiterrorismo, e con Janet Napolitano "per un aggiornamento sia sulla revisione delle capacità di rilevamento (delle minacce) sia sulle misure di sicurezza ampliate, in vigore dopo l'incidente di Natale".