{{IMG_SX}}Roma, 21 dicembre 2007- Costello, oggi come allora, dove lo metti sta; sarebbe potuto sbocciare in qualsiasi altro periodo della musica degli ultimi cinquanta anni e lui avrebbe trovato il suo posto senza cambiare una virgola della sua musicalità.


Elvis Costello artista per tutte le stagioni. La sua musica è una iniezione di energia oggi come allora, come quando nel 1977 sfondò il muro di cartone della discografia indie contro cui aveva rimbalzato per poco, lasciando cadere con nonchalanche sul mercato del punk inglese un album che con le sue canzoni da due minuti, tutte perfettamente portate a termine, era un esplicita sfida verso quanti, tanti, avevano attitudine ma zero pezzi da giocarti.


La sfida delle canzoni la potremmo chiamare, facilmente vinta quando hai in canna pezzi come l’incipit pazzesco di Welcome The Working Week, Less Than Zero, Mistery Dance, Watching The Detectives - un singolo per altro, talmente forte da essere lasciato fuori dal disco per non inficiare il mercato del trentatre giri - Alison e quando i tuoi outtakes sono cannonate come There’s no Action o Radio Sweetheart.

Se non bastasse tutto questo bendiddio, un concerto dal vivo al Nashville Room di Londra nel Novembre 1977, fra uno Stiff Tour e l’altro, ci restituisce l’atmosfera elettrizzata ed elettrizzante di una epoca che Elvis cavalcò da campione fin da subito. Ve lo immaginate cosa sarebbe successo se John Lennon quel giorno del 1957 invece di incontrare Paul McCartney avesse incontrato uno come Elvis ?