{{IMG_SX}} Borgo La Bagnaia (Siena), 23 maggio 2009 - "Anni fa, in uno scatto d’ira, dissi sui giornali: ‘Lasciateli in edicola'. Oggi faccio ammenda di quella frase e dico: comprate i giornali e leggeteli". È questa la battuta, a sopresa, che l’ex presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha riservato alla platea di giovani editori riuniti al Borgo La Bagnaia per il convegno «Crescere fra le righe», organizzato dall’Osservatorio permanente Giovani - Editori.

D’Alema ha fatto questa affermazione quando è stato chiamato sul palco del convegno da Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio, per stringere la mano all’oratore, Gianfranco Fini, presidente della Camera.
Ceccherini, che nell’occasione è stato definito scherzosamente da Fini «giovane Vespa», ha ricordato come sia il presidente della Camera che l’esponente del Pd abbiano espresso parole importanti di comune condivisione dell’iniziativa ‘Il quotidiano in classe".

 E proprio in segno di questa "condivisione" Ceccherini ha stretto le mani di Fini e D’Alema. L’ex premier del governo Prodi ha commentato: "Siamo i testimonial di quella che si definirebbe pubblicità progresso. Esprimiamo sostegno e ammirazione per questa vostra iniziativa".


E D’Alema ha concluso facendo ammenda
di quel giudizio espresso nel 1995 quando, intervistato da Lucia Annunziata per il mensile »Prima comunicazione«, espresse la sua preferenza per l’informazione televisiva e invitò a non comprare i giornali per un eccesso di gossip sulla politica.

 

"Condivido quello che ha detto D’Alema. Così qualcuno dirà che sono sempre più di sinistra. Poi qualcuno dovrebbe dire se non è D’Alema che è diventato di destra". Esordisce con una battuta il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel suo intervento al convegno, parlando a proposito della importanza di leggere libri.

 

FINI E LA POLEMICA SUL PARLAMENTO

"Una cura di dimagrimento del ceto politico fa bene, alle casse e alla società". Lo ha detto Gianfranco Fini intervenendo a 'Crescere tra le righe'. Il presidente della Camera ha detto anche che ‘ridurre il numero dei consiglieri comunali o delle municipalizzate si può fare.

"Restringere un pò non significa che viene meno la democrazia - aggiunge - il problema di fondo è che in Italia il ceto politico è pletorico, è abbondante rispetto agli abitanti. È arrivato il momento di dare una sforbiciata al ceto politico".

 Insomma, "Chi l’ha detto che Fini e contrario alla riduzione dei parlamentari? Cerchiamo di essere tutti consapevoli, perchè poi non ce la possiamo prendere con i cittaini se leggono meno giornali ed hanno meno fiducia nella politica. Evitiamo di cadere, chi più e chi meno, in questa sorta di teatrino o di tritacarne che alla fine finisce con il ridurre la qualità della politica e dell’informazione", precisa il presidente della Camera