{{IMG_SX}}Bologna, 4 aprile 2007 - Napoli, storia di un progetto antiviolenza abbandonato. C'era una volta un interessante progetto per educare i giovani alla cultura dello sport, ma che ora non c'è più. L'iniziativa era denominata "La scuola allo stadio" ed era una tra le prime in Italia: fu ideata nel 2002 dal presidente della Commissione scuola del Comune di Napoli, Alessandro Fucito, che serviva a far conoscere ai ragazzi degli istituti napoletani l'importanza del San Paolo, la casa comune dei tifosi del Napoli e degli sportivi praticanti (lo stadio ha anche una pista di atletica leggera), e dare un contributo per sconfiggere la violenza negli stadi. Fucito lo ha ripresentato in occasione dell'approvazione della delibera per la concessione dello stadio, ma non è stato accettato dall'assemblea comunale.

 

"Tra il 2002 e il 2004 convolgemmo l'allora presidente Salvatore Naldi – racconta Fucito – per donare 420 ingressi gratuiti ai ragazzi di una larga serie di  istituti napoletani contattati dal Comune, sulla base di un preciso progetto didattico. Risposero 43 scuole medie e superiori, a cui chiedemmo una lista di alunni scelti attraverso criteri interni". L'iniziativa fu articolata in modo particolareggiato. "Naldi capì l'importanza del progetto – prosegue il consigliere di Rifondazione – e si coordinò con il Comune. Nel corso della settimana, i ragazzi erano prelevati dalle scuole tramite un autobus donato da uno sponsor e condotti al San Paolo. Qui visitavano con una guida tutta la struttura: di seguito venivano condotti sul campo per tirare qualche calcio di rigore per provare l'ebbrezza dei calciatori professionisti".

 

Ma, terminata la gara, avveniva la parte più importante del progetto. "I ragazzi assistevano a una conferenza nelle sale interne dello stadio – afferma Fucito – su temi di attualità di rilevante importanza, come il doping o la violenza negli stadi. Ciò avveniva alla presenza di un giocatore del Napoli, dei loro insegnanti, e di un esperto. Dopo la premiazione per la gara dei calci di rigore, gli alunni erano riaccompagnati alle scuole".

 

Solo dopo questo percorso formativo, i ragazzi potevano assistere alla partita del Napoli. "La domenica successiva in cui la squadra giocava in casa – dice Fucito – la delegazione di alunni si recava in tribuna allo stadio per poter assistere all'incontro. In questo modo, si faceva comprendere ai ragazzi l'importanza di avere una condotta civile allo stadio e contemporaneamente li si premiava con la visione della prestazione dei propri beniamini. In giugno le scuole partecipanti si affrontavano con un torneo calcistico finale al San Paolo. Ciò non costava nulla al Comune: al Napoli solo la quota Siae sui biglietti".

 

Fucito aveva ripresentato il progetto in aula consiliare, ma "è stata solo approvata la donazione del Napoli di 400 biglietti annui al cerimoniale del Comune. A quanto mi risulta, finora la società non ha li ancora elargiti". Fucito è stato uno dei più strenui avversari della concessione, così com'è stata approvata. "Ritenni il provvedimento iniquo e vessatorio – conclude il consigliere – per le casse comunali".



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