{{IMG_SX}}Milano, 21 agosto 2007 - «È un'immagine che risale a cinque anni fa, all'unica vacanza che abbiamo fatto insieme». Così Paola Cappa, cugina di Chiara Poggi, la ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto scorso spiega l'origine della foto che la ritrae con sua sorella Stefania e con Chiara lasciata per ricordo assieme a un mazzo di fiori al cancello della villa della cugina. Immagine che la fotografa di Garlasco ha detto di essere un fotomontaggio realizzato il giorno dopo l'omicidio.

 

In un memoriale scritto di suo pugno sull'ultimo numero del settimanale 'Oggi', Paola Cappa ricorda che al momento di scattare la foto «Eravamo tutte e tre a Loano, in provincia di Savona, ospiti di una zia. A Loano non c'è granchè, non ci sono locali e dopo una giornata al mare non rimane che un gelato e una passeggiata per il centro. Una delle cose più divertenti era la sera prima di uscire, quando dovevamo decidere come vestirci, come truccarci e farci belle».

 

La cugina nel memoriale scrive che «Chiara stava al gioco. Una sera l'abbiamo sfidata. 'Dai, le abbiamo detto, 'mettiti un bel top colorato che ci facciamo fare qualche fotò. E quando lei ha preso dal cassetto quella camicetta rossa, io e Stefania subito ne abbiamo scelta una dello stesso colore. È nata così la foto che io e mia sorella chiara abbiamo portato davanti alla casa di Chiara, il giorno in cui l'hanno massacrata». 

 

 Per la cugina «è stato un gesto che abbiamo fatto con la massima spontaneità, che forse avremmo dovuto evitare. Nel ciclone di questi giorni abbiamo letto e sentito di tutto. In quell'immagine, dove eravamo tutte vestite allo stesso modo, c'è stato addirittura chi ha visto la prova di un legame morboso. Di morboso io vedo solo la volontà di speculare su una tragedia. È un'immagine bella e pura che difendo come un mio tesoro personale e che mi accompagnerà sempre. È lo splendido ricordo di una notte irripetibile, in cui ne abbiamo combinate di tutti i colori».

 

Paola Cappa descrive quella notte in cui avrebbero girato tutti i locali della zona: «la zia prendeva delle gocce che la facevano dormire fino al mattino e noi siamo uscite promettendo che saremmo rientrate presto. Ma quella notte Chiara ci trascinò in giro tutta notte. Siamo state in tutti i locali di Alassio e abbiamo fatto l'alba alle Rocce di Pinamare, una discoteca bellissima, che finisce sulla spiaggia, con la gente che si disperde sui lettini di fronte al mare, la musica bellissima e l'energia travolgente di una festa. Fu una notte memorabile. Avevamo ballato come pazze e siamo rientrate alle sei di mattina facendo attenzione a non svegliare la zia».

 

Chiara «voleva sposare il suo Alberto. Ecco perchè non posso credere che sia stato lui». Lo dice al settimanale 'Oggi' Paola Cappa, cugina di Chiara Poggi, la ragazza di 26 anni uccisa lo scorso 13 agosto nella sua villetta di Garlasco, in provincia di Pavia. 

 

 «Io, Chiara -dice Paola- la ammiravo. La nostra 'sorellanza' si sviluppava tutta in uno scambio di confidenze. Sui ragazzi non amava esporsi troppo. Non so se prima di Alberto ha avuto qualcun'altro. Quando per la prima volta ci ha parlato di lui -ricorda- è stata una sorpresa per tutti. Sapevamo chi era perchè avevamo frequentato lo stesso liceo a Mortara. Un ragazzo di paese, come si dice dalle nostre parti. Semplice come lei».

 

In giro per Garlasco, continua Paola, «si vedevano poco. Qualche volta si trovavano con due, tre amici al bar Italia, ma se avevano un esame ognuno si chiudeva a casa sua a studiare. Fare le stesse cose li faceva sentire vicini. Stanno insieme da quattro anni e Chiara aveva confessato a mia sorella Stefania che Alberto era diventato per lei troppo importante». Il loro legame, continua la cugina della vittima, era «fortissimo e da un anno avevano cominciato a fare progetti per il futuro. Prima o poi si sarebbero sposati». E dei giorni precedenti l'omicidio, Paola ricorda che Chiara «non vedeva l'ora che i suoi genitori partissero per rimanere qualche giorno sola con Alberto».

 

L'INCONGRUENZA NEL RACCONTO

Quella foto, come ha dimostrato il "Corriere della Sera", è il frutto di un grossolano fotomontaggio fatto dopo l'omicidio, in cui la vittima è stata aggiunta in un secondo momento nell'inquadratura. Diverse sono le luci sul volto di Chiara rispetto agli altri due soggetti e la maglietta rossa che indossa è il frutto di
un'elaborazione al computer.

 

La stessa fotografa del paese, Laura Ripa, il 21 agosto dichiarò al "Corsera": "Il 14 pomeriggio, il giorno dopo
l'omicidio, Stefania mi ha mostrato le due foto e mi ha chiesto se era possibile un fotomontaggio. Mi ha detto che
voleva un ricordo personale di loro tre insieme. Io non mi sono fatta tante domande, ho solo fatto il mio lavoro. In
fondo di fotomontaggi se ne fanno tanti".