{{IMG_SX}}Perugia, 28 novembre 2007 - Non ci sarà bisogno di un secondo esame autoptico sul corpo della studentessa inglese Meredith Kercher. Questo il responso dei periti del gip, Claudia Matteini, i consulenti Anna Aprile, Mariano Cingolani e Giancarlo Umani Ronchi, nominati nell'ambito dell'incidente probatorio volto ad 'accertare le cause, le circostanze e l'ora della mortè della studentessa ingelse uccisa il primo novembre scorso a Perugia.


I consulenti hanno stabilito che la nuova perizia medico-legale potrà essere svolta sulla base degli atti e degli elementi già emersi in sede di autopsia, senza la necessità di ulteriori indagini sul cadavere di Meredith che non è stato ancora sepolto in Inghilterra.


La decisione è stata resa nota questa mattina dal gip alle varie parti che prenderanno parte tramite i propri consulenti all'incidente probatorio. L'udienza per la consegna della perizia è stata fissata per il 2 febbraio 2008. Gli esperti dovranno accertare, oltre all'ora e alle circostanze della morte di Meredith, anche la compatibilità tra i tre coltelli sequestrati allo studente pugliese Raffaele Sollecito e la ferita inferta alla gola della vittima nonchè l'avvenuta o meno violenza sessuale sulla ragazza.

 

L'INTERROGATORIO

Il pubblico ministero, Giuliano Mignini,  ha fissato per il 6 dicembre prossimo l'interrogatorio di Raffaele Sollecito, in carcere dal sei novembre scorso con l'accusa di concorso in omicidio e in violenza sessuale. Era stato lo stesso studente pugliese, difeso dai legati Luca Maori, Marco Brusco e Tiziano Tedeschi, a chiedere di essere sentito da pm.


Nell'istanza i legali chiedono che il loro assistito venga interrogato "al fine di chiarire alcuni aspetti della vicenda". Secondo gli avvocati "l'attività investigativa effettuata da codesta autorità giudiziaria ha mutato il quadro investigativo e l'attività difensiva ha apportato un contributo utile ad una ricostruzione dei fatti più precisa".

 
Intanto, venerdì prossimo, il Tribunale del Riesame dovrà pronunciarsi sul ricorso contro il provvedimento di convalida del fermo emesso dal gip Claudia Matteini, presentato dai legali di Raffaele Sollecito, Amanda Knox e Patrick Diya Lumumba.