{{IMG_SX}}Milano, 3 gennaio 2008 - Azouz Marzouk potrebbe trascorrere gli arresti domiciliari ospite di una famiglia dell'hinterland di Lecco. Il tunisino che nella strage di Erba dell'11 dicembre 2006 ha perso la moglie e il figlio di due anni si trova da un mese circa in carcere a Vigevano con l'accusa di spaccio di droga. Lunedì il suo legale Roberto Tropenscovino presenterà l'istanza per ottenere i domiciliari presso una famiglia lecchese. Un nucleo familiare di quattro persone pronta ad ospitare Azouz. "Speriamo di essere sufficientemente convincenti" spiega l'avvocato che pronostica una decisione entro fine settimana prossima da parte del giudice.

 

Intanto, sul fronte dell'inchiesta che si chiuderà a febbraio continua il lavoro della difesa della traduzione dall'arabo in italiano delle intercettazioni che dimostrano, secondo l'accusa, lo spaccio di cocaina da parte del gruppo finito in manette. Azouz "è motivato e sta bene" fa sapere il suo legale ma svanisce, intanto, il progetto di un libro sulla vita del tunisino. Una sorta di diario che doveva essere pubblicato da Alessio Sundas, il chiacchierato manager che aveva pensato a una linea di abbigliamento con testimonial Marco Ahmetovic, il romeno che travose e uccise quattro ragazzi.

 

"Prendo le distanze da questo pseudoscrittore - sottolinea Tropenscovino - Non nego di aver avuto contatti con questo personaggio, ma adesso li rinnego. È solo una persona che vuole speculare sulla storia di Azouz".