{{IMG_SX}}Roma, 5 febbraio 2008 - "Non ho mai fatto estorsioni a nessuno. Volevo solo un contratto di lavoro, una nuova opportunità di vita, una ricollocazione sociale, dopo essere stata rovinata da questa storia". Ha detto, in pratica, così al pm Pietro Pollidori, la ballerina Francesca Zenobi, nel corso di una audizione spontanea svoltosi negli uffici della Procura di Roma.

 

Alcune settimane fa il magistrato ha formalmente chiuso l'inchiesta che la vede indagata. Lei però è diventata "purtroppo famosa" in seguito all'incontro svoltosi il 27 luglio scorso, quando insieme con una sua amica partecipò ad un incontro intimo con il deputato pugliese Cosimo Mele.

 

Secondo quanto contenuto nel deposito degli atti, fatto dal pm Pietro Pollidori, la Zenobi, attraverso un suo legale, Emanuele Antonaci, avrebbe chiesto ad uno dei difensori del parlamentare ex Udc, centomila euro in contanti o un contratto di un anno con Rai o Mediaset del valore di 90 mila euro per ritrattare le accuse, che hanno portato nei mesi scorsi all'indagine a carico dello stesso Mele. La Zenobi ed il giovane penalista sono accusati di concorso in tentata estorsione.

 

L'avvocato Roberto Ruggiero, difensore della ragazza, ha spiegato: "L'accusa si basa su una registrazione di nove minuti e trenta secondi, prodotta da uno degli avvocati di Mele. A nostro parere, invece, quell'incontro, in un luogo pubblico, durò oltre 30 minuti. Insomma quelle trascrizioni dicono tutto e niente".

 

In base a quanto denunciato dalla ragazza, lei venne lasciata in una suite dell'Hotel Flora di Roma, a due passi da via Veneto, dopo che si era sentita male per aver assunto della cocaina. A carico di Mele, per questo, sono stati ipotizzati i reati di omissione di soccorso e cessione di sostanza stupefacente. Questo filone della vicenda, che è seguito dal procuratore aggiunto Italo Ormanni, potrebbe concludersi entro la fine del mese. In questo modo, entro la primavera, si arriverebbe verosimilmente ad una richiesta di rinvio a giudizio per l'ex deputato dell'Udc.

 

"La vita della mia assistita è stata devastata dall'esser coinvolta in questa storia - ha continuato Ruggiero - E' stata definita ragazza squillo e accompagnatrice. Per questo ha problemi con la sua famiglia. Lei chiedeva che la controparte tentasse di riparare, nulla di più".