{{IMG_SX}}Viterbo, 16 febbraio 2008 - Offriva ripetizioni gratis e soldi in cambio di sesso a due ragazzi, che all'epoca dei fatti avevano 13 e 15 anni. Per queste accuse don Massimiliano Crocetti, fino all'agosto del 2006 parroco di Oriolo Romano, nel Viterbese, e' stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione dal gup del tribunale di Viterbo Silvia Mattei.

 

I fatti per i quali il sacerdote e' stato condannato sono due, distinti e lontani nel tempo. Il secondo in ordine di tempo sarebbe avvenuto ad Oriolo Romano ai danni di un ragazzo di 15 anni, mentre l'altro, che ha avuto per protagonista un bambino di 13 anni, era avvenuto in precedenza a Vetralla. Due paesi nei quali Crocetti era stato rispettivamente parroco e vice parroco.

 

Per il primo caso, il prete ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione, mentre per il secondo, con il rito abbreviato, gli sono stati inflitti due anni e dieci mesi. Le indagini, condotte della squadra mobile di Viterbo, erano iniziate circa due anni fa, a seguito della segnalazione dei servizi sociali di Oriolo Romano. Con l'ausilio di intercettazioni telefoniche, pedinamenti e riprese filmate, gli investigatori provarono che don Massimiliano offriva aiuti per gli studi e soldi in cambio di prestazioni sessuali.

 

Il blitz che porto' all'arresto di don Crocetti avvenne nell'agosto del 2006 proprio nel giorno in in cui il prete aveva preso appuntamento, in un luogo appartato, con il ragazzo di 15 anni, che viveva in una famiglia con problemi economici. Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Fabrizio Tucci, tra l'altro, emerse che in precedenza il sacerdote aveva fatto piu' o meno le stesse avance a un ragazzino di 13 anni nel periodo in cui era vice parroco a Vetralla.

 

''Ci aspettavamo una sentenza dura - ha commentato l'avvocato Severo Bruno, uno dei difensori del sacerdote - adesso cercheremo di portare avanti delle nostre considerazioni per avere una sentenza piu' mite''. Don Crocetti, dai giorni immediatamente successivi all'arresto, e' rimasto ai domiciliari in un convento di Canale Monterano.