{{IMG_SX}}Trento, 25 aprile 2008 - Si è impiccato nel carcere di Montorio Veronese durante la prima notte in cella il pensionato 60enne della Valsugana arrestato con l'accusa di aver ripetutamente perpetrato abusi sessuali nei confronti della nipotina, che gli era stata affidata per ragioni di disagio sociale.

In particolare, l'uomo, arrestato ieri in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Trento Marco La Ganga su richiesta del pm Alessandra Liverani, avrebbe abusato della nipote per sei anni, da quando cioè lei era una bimba di soli 7 anni fino a quando è arrivata a compierne 13.

Oggi la donna ha 20 anni e a far scattare l'indagine della polizia è stata la sua denuncia: quando il nonno ha ripreso a molestarla con una serie di sms, lei non ce l'ha fatta più e ha chiesto aiuto. Immediata è scattata la perquisizione nell'abitazione del pensionato: nascosta in garage, gli agenti hanno trovato una scatola con fotografie, vibratori, mutandine e persino biglietti autografi scritti dalla ragazzina, che hanno inchiodato l'uomo alle sue responsabilità facendolo finire nel carcere di Montorio, dove esiste un braccio riservato ai detenuti per resti sessuali.

Il 60enne però forse non ha retto alla vergogna o al peso della colpa e, durante la prima notte in cella, si è impiccato utilizzando le lenzuala del letto.