{{IMG_SX}}Como, 13 maggio 2008 - Alessandro Maggiolini, vescovo emerito di Como, è stato iscritto sul registro degli indagati della Procura di Como per favoreggiamento personale di don Mauro Stefanoni, l'ex parroco di Laglio (Como) attualmente a processo per violenza sessuale.

 

Secondo l'accusa, Maggiolini nel novembre del 2004 avrebbe convocato in Curia don Stefanoni per riferirgli dell'esistenza dell'indagine penale nei suoi confronti per violenza sessuale. Dell'iscrizione sul registro degli indagati, che non si sa a quando risale, si è appreso a margine del processo a carico di don Stefanoni. Proprio ieri il pm Vittoria Isella ha chiesto nei confronti del sacerdote una condanna a otto anni di reclusione.

 

Il prete è accusato di violenza sessuale nei confronti di un ex parrocchiano, all'epoca dei fatti minorenne, affetto da un lieve ritardo mentale, che lo denunciò nel 2004. L'imputato ha sempre respinto ogni accusa, ma secondo quanto ha ricostruito in aula il pm ''la videocassetta omopornografica trovata nella casa parrocchiale, la tipologia dei film acquistati sulla tv via satellite, i siti internet navigati, le chat line frequentate, i soprannomi utilizzati per farlo, e i rapporti intrattenuti con un suo ex parrocchiano di Ponte Tresa costituiscono una cornice perfetta per il quadro dipinto dalla vittima''. Oggi ci sara' una nuova udienza per le arringhe difensive.

 

La notizia dell'iscrizione di Maggiolini sul registro degli indagati non e' stata confermata dalla procura di Como. La circostanza e' indirettamente emersa nel corso della requisitoria di ieri del pm Maria Vittoria Isella nel processo a don Stefanoni. Nella sua ricostruzione, il magistrato ha ripercorso la vicenda, sostenendo che l'inchiesta e' nata sostanzialmente zoppa, visto che durante la fase delle indagini preliminari l'imputato era stato avvisato dell'esistenza delle stesse, e di conseguenza furono impediti vari accertamenti. Che l'avviso fosse partito dal vescovo era emerso dalle indagini di polizia, dalle intercettazioni telefoniche, e poi dallo stesso don Stefanoni, che in aula aveva ammesso di essere stato convocato in Curia e poi avvisato da Maggiolini dell'esistenza di una denuncia nei suoi confronti.