{{IMG_SX}}Roma, 22 giugno 2008 - Solo un quarto degli italiani si godrà una vacanza quest'estate. Il calo del turismo è drastico, considerando che l'anno scorso era partito circa il 68% dei connazionali. Inoltre, più della metà di coloro che partiranno soggiornerà in media una settimana, mentre solo l'1% potrà permettersi quasi un mese di relax.

 

Queste le principali tendenze che emergono da un'indagine dell'Adoc sul turismo estivo. La ricerca evidenzia come l'Italia perda posizioni rispetto al resto d'Europa con alberghi e ristoranti al di sotto delle aspettative per costi e servizi. La crisi del turismo non è dovuta solo al caro prezzi ma anche alla scarsa competitività dell'Italia rispetto ad altre mete.

"La spesa media di una famiglia si aggirerà intorno ai 1.850 euro, circa 115 euro in meno rispetto al 2007 - dichiara Carlo Pileri, presidente dell'Adoc - il carovita, spinto soprattutto dal caro carburanti, e l'aumento dei prezzi di affitti e servizi sono dei grossi ostacoli per le famiglie, che si vedono costrette a ridurre drasticamente i propri giorni di ferie per potersi permettere una vacanza dignitosa e a risparmiare sul superfluo".


A un soggiorno, anche se breve, difficilmente si rinuncia, a costo di indebitarsi e pagare un pò per volta. "L'indebitamento per le vacanze sta divenendo una pratica diffusa, in crescita di circa il 2-3% rispetto allo scorso anno, per un importo medio di 1500 euro - continua Pileri - sia i viaggi, che i gli alberghi e i ristoranti oggi vengono pagati a rate. Con il rischio, elevato, che il relax di una settimana si tramuti in un sacrifico economico troppo oneroso da sostenere durante il resto dell'anno, visto che gli interessi arrivano anche fino al 24%. Anche i tour operator stessi offrono prodotti finanziari ad hoc, che vanno ad aggiungersi agli altri tipi d'indebitamento".

 

La crisi si abbatte sulle spiagge quest'anno anche a causa del maltempo come documenta il Sib, il sindacato italiano balneari che registra per l'avvio della stagione estiva una netta diminuzione delle presenze sui litorali pari al 60%. Anche se le destinazioni più gettonate, soprattutto all'estero, saranno le località marittime, in particolare del Mediterraneo e i paesi dell'area dollaro, con preferenze per Usa e Messico, grazie al cambio favorevole.


"Negli ultimi anni gli alberghi e ristoranti italiani sono usciti dal mercato - continua Pileri dell'Adoc - gli altri paesi del Mediterraneo, soprattutto Spagna, Portogallo, Grecia e Turchia e il Nord Africa, persino la costa francese, più accessibili da raggiungere anche grazie ai low-cost e ai last minute, offrono soluzioni di soggiorno e ristorazione ad un costo pari alla metà o ad un quarto di quelle italiane, con un'offerta qualitativamente migliore. Comportando la disaffezione verso le strutture e località turistiche nostrane. Registriamo, infatti, una diminuzione progressiva del turismo straniero nel nostro territorio".


Secondo l'Adoc, il quadro della crisi del turismo italiano, riguarda in particolare alberghi e ristoranti. "Gli alberghi non hanno risolto i problemi di adeguamento agli standard di qualità e servizio di livello europeo - prosegue Pileri  - il sistema delle stellette, in Italia, non corrisponde all'equivalente di un Paese concorrente. Per esempio, una struttura alberghiera a 2 stelle in Francia o Spagna offre servizi e qualità migliori di una italiana a 3 stelle. Viceversa, gli alberghi italiani a 2 stelle, nella stragrande maggioranza dei casi, non vengono presi in considerazione, in base ai gusti e alle abitudini delle famiglie italiane".