{{IMG_SX}}Belluno, 30 luglio 2009 - Due escursionisti, padre e figlio, sono precipitati ieri in montagna perdendo la vita nel gruppo del monte Cavallo, tra le province di Belluno e Pordenone, tra Veneto e Friuli.
Lo riferisce il Soccorso alpino Veneto, spiegando che ieri sera attorno alle 22.30 è scattato l’allarme per la ricerca di due persone uscite in mattinata per un escursione al rifugio Semenza nel Bellunese e mai più rientrate: ad allertare i soccorritori era stata la moglie di S.D.C., 41 anni, di Godega di Sant’Urbano (Treviso), preoccupata perchè il marito era scomparso, dopo essere partito per una camminata con il figlio S. di 9 anni.

Le squadre del Soccorso alpino dell’Alpago hanno subito rinvenuto l’auto dell’uomo parcheggiata in località Col Indes, dove è stato allestito il campo base, e hanno iniziato a perlustrare la val Salatis e l’area attorno al rifugio Semenza. Contestualmente sono state allertate anche le squadre del Soccorso alpino di Pordenone, dal momento che i sentieri toccano entrambe le province.


Padre e figlio erano diretti al rifugio Semenza, raggiunto ieri attorno alle 13.30 come da testimonianza raccolta, per poi proseguire verso il monte Cavallo. Una trentina di soccorritori ha quindi cercato nelle zone indicate tutta la notte, salvo un’ora di pausa, mentre si preparavano a intervenire all’alba altre 3 stazioni, con unità cinofile e l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore per una ricognizione dall’alto.
 

Poco prima delle 6 sono stati trovati i corpi senza vita dei due. I soccorritori hanno individuato le salme in Val dei Sughet, nel comune di Aviano, nel gruppo del monte Cavallo e Palantina.
Non si conoscono le dinamiche dell’incidente, padre e figlio sono sicuramente scivolati dal sentiero, precipitando per una quarantina di metri, e rotolati per altrettanti sul ghiaione.
 

L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha trasportato in quota tecnici e personale medico, che ha solamente potuto constatare il decesso. Una volta ottenuto il nulla osta per la rimozione, le salme sono state ricomposte, imbarellate e recuperate con un gancio baricentrico di 15 metri, per essere trasportate fino al carro funebre.