Roma, 2 novembre 2009 - "Io prendo 690 mila euro l’anno, più 190 mila se raggiungo gli obiettivi". Tiene a chiarirlo, nel corso della trasmissione ‘Nove in punto, la versione di Oscar’ di Radio24, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti che entra nel dettaglio del proprio stipendio per confutare quanto scritto da Claudio Gatti nel proprio libro ‘Fuori Orario': "sul mio stipendio Gatti dice una falsità perché afferma che ci sono, in aggiunta, 200 mila più 150 mila in quanto consigliere" del cda.


Gli hanno dato un suggerimento sbagliato
, rimarca l’ad, "perchè quei soldi (i 350 mila, ndr) io li faccio assorbire dallo stipendio di amministratore delegato, quindi rimangono solo 690 mila più 190 mila. E poi i 190 mila non me li regalano - precisa - me li danno solo se raggiungo gli obiettivi. Peccato che Gatti non abbia detto quanto prendeva e quanto ha preso l’ingegner Cimoli che sembra essere per lui "il miglior manager". E questo "soprattutto perché in 8 anni ha lasciato un’azienda con 2 miliardi di perdite".

 E proprio soffermandosi sul confronto fra ‘prima e dopo', Moretti ci tiene a ricordare di aver trovato un margine operativo lordo di -650 milioni. Mentre nel 2008 abbiamo avuto un margine operativo lordo positivo di 1,35 mld". Insomma da quando l’ad ha inziato a guidare le Fs il mol è aumentato di 1,680 mld".


Come? "Circa 800 mln sono minori costi, circa 700 mln sono maggiori ricavi. Sottolineo questo - spiega - perché qualcuno dice che abbiamo truccato i conti. I conti forse li hanno truccati quando alcuni signori che hanno partecipato a quel libro e che tra l’altro sono dei fantasmi. Non so come si faccia un libro con dei fantasmi", evidenzia Moretti riferendosi la fatto che il libro di Gatti è fatto con dichiarazioni e documenti portati da ex dirigenti del Gruppo che restano anonimi. L’attuale numero uno del gruppo è quindi molto critico verso "ex dirigenti che non hanno il coraggio" di rivelare la propria identità e "criticano l’azienda".


Tornando ai conti, Moretti ricorda che nell’ambito della ristrutturazione, da un lato si è agito "sul taglio dei costi che vuol dire taglio di sprechi enormi" quali quelli di risorse destinate a alle relazioni esterne, alla pubblicità, e ai consulenti "a bizzeffe". Si dice, continua l’ad, che "è stato sbagliato mandar via la polizia privata ma adesso abbiamo il 60% in meno di crimini perché abbiamo rimesso la polizia sui treni e nelle stazioni dando i soldi alla Polizia e non alle polizie private. Abbiamo fatto tagli agli sprechi tali - ribadisce che noi oggi siamo in grado di dire che l’operazione sui costi, anche se non è stata completata, in grande parte è stata fatta".