MILANO, 29 gennaio 2010 - Arrivare a fingersi straniero per poter trovare lavoro in Italia. E' quanto e' accaduto a Davide Fabbri, un quarantenne italiano, residente nella Riviera Romagnola, alle prese con la disoccupazione e una famiglia da mantenere

''Rimasto senza lavoro, mi sono recato dal sindaco del mio paese, dicendo che ero disposto a fare qualsiasi cosa, dal becchino al giardiniere, visto che un mio amico albanese era appena stato assunto al cimitero'' ha raccontato Fabbri, oggi a Milano per la presentazione di Forza Popolare, partito di nuova creazione a cui si e' iscritto. Rimandato dal Comune alla Regione, tentate tutte le strade anche a Bologna e vistosi chiudere ogni volta le porte in faccia, Fabbri ha deciso di fingersi ungherese: ''Tornando negli stessi uffici di collocamento, parlando in un inglese rudimentale, sono stato trattato con grande gentilezza e sono stato rassicurato da tutti che avrei ricevuto aiuto e che un lavoro senz'altro sarebbe venuto fuori'' ha raccontato. ''Come italiano mi veniva solo ripetuto che c'era crisi e che facevo meglio a rivolgermi ai miei genitori, invece paradossalmente come straniero ho ricevuto comprensione e incoraggiamento''.
Denunciando una ''discriminazione al contrario verso gli italiani poveri'', Fabbri ha detto di essersi sentito in qualche modo sollevato dalla vicenda: ''Si sente sempre dire che gli italiani non vogliono fare i lavori piu' umili. Invece ora ho capito che non e' colpa mia se sono vittima della disoccupazione, ma che c'e' qualcosa che non va nel nostro sistema''