Milano, 4 febbraio 2010 - Ragazzini violentatori, condannati i genitori. E’ la sentenza del Tribunale civile di Milano chiamato a esprimersi sulla vicenda di una 12enne che ha subito più volte degli abusi tra il 2001 e il 2003 da parte di ragazzini poco più grandi di lei. I genitori dovranno versare un risarcimento di quasi 450mila euro perché è “mancata l’educazione ai sentimenti”.


In sede penale, due dei ragazzini stupratori hanno superato la messa alla prova che estingue il processo, ricostruisce il quotidiano, mentre gli altri tre sono condannati a pene sospese fra i 2 e i 3 anni.
In sede civile, il giudice della X sezione civile Bianca La Monica ha puntato l’attenzione sul contesto familiare in cui sono cresciuti i giovani del ‘branco’, un contesto di famiglie “assolutamente normali”, residenti nel centro di Milano.
 

L’educazione, scrive il giudice, non è fatta solo della “fondamentale indicazione al rispetto delle regole” ma anche di “quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti indispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche di sentimenti e di sesso, con l’altra e con l’altro”. Di questa educazione, “che consente di entrare in relazione non solo corporea con l’altro, non vi è traccia nel comportamento dei minori”.
 

Un’educazione essenziale tanto più oggi che i ragazzi crescono nel mondo dell’immagine e del corpo “mercificato”, secondo il magistrato. La sentenza sottolinea che gli argomenti portati a difesa dai genitori (rispetto dell’orario di rientro, risultati scolastici, valori cristiani) sono “circostanze generiche”, mentre i ripetuti abusi dimostrano che “non è stata dedicata cura particolare, tanto più doverosa in presenza di opposti segnali provenienti da una diffusa cultura di mercificazione dei corpi, a verificare che il processo di crescita avvenisse nel segno del rispetto del corpo dell’altro/a”.