Torino, 23 luglio 2010 - Due casi di mozzarella blu sono stati scoperti nella produzione dell’azienda bolognese Granarolo. I prodotti erano in vendita in un supermercato di Rivoli, in provincia di Torino. Lo rivela ‘La Stampa'.
"Le mozzarelle con il marchio Granarolo - riporta il quotidiano - sono state acquistate all’ipermercato Auchan di Rivoli, alle porte del capoluogo piemontese. Il caso è già al vaglio del procuratore Raffaele Guariniello, titolare dell’inchiesta, e gli esami dell’Istituto zooprofilattico confermano che la causa dell’insolita colorazione è sempre lo pseudomonas fluorescens. Un batterio che tende a virare al blu e che prolifera a velocità e in quantità enorme se esistono carenze igieniche nell’acqua".


"Sulle confezioni sequestrate a Torino - prosegue - c’è scritto chiaramente che viene utilizzato latte italiano", ma esisterebbe un collegamento con l’azienda tedesca Milchwerk Jager di Haag, in alta Baviera, a cui fanno riferimento gli altri casi scoperti finora: «Agli inquirenti risulta un legame tra le due industrie. La Granarolo acquista dalla collega tedesca materiale per lavorare alcuni prodotti".


L'APPELLO COLDIRETTI
- Fare immediatamente chiarezza su quanto latte e derivati sono importati - chiede il presidente della Coldiretti Sergio Marini - di quale provenienza, con quali marchi e prodotti vengano immessi sul mercato e su quali relazioni con la società tedesca Milchwerk Jager, responsabile della vicenda delle mozzarelle blu, abbia la Granarolo, società di proprietà della più grande cooperativa del settore lattiero caseario che dovrebbe avere come primo obiettivo la valorizzazione del latte prodotto nelle stalle italiane.


CODACONS -
  "Il quadro emerso dall’indagine della Procura di Torino è a dir poco inquietante, e ci impone un intervento a tutela dei consumatori", dice Carlo Rienzi, Presidente Codacons, commentando la notizia. In base alle notizie emerse, sarebbero state individuate delle mozzarelle vendute in Italia e prodotte dalla Granarolo, contenenti il batterio Pseudomonas fluorescens, quello che determina l’anomala colorazione blu. L’azienda, infatti, acquisterebbe dalla società tedesca responsabile della scandalo alimentare, materiale per lavorare alcuni prodotti.

"Qualora fosse vera questa circostanza, e qualora i prodotti Granarolo non venissero realizzati esclusivamente con materie prime italiane, vi sarebbe un danno non solo per i consumatori, ma anche per l’economia nazionale. Infatti - spiega Rienzi - le pubblicità dell’azienda relative al 'Latte Alta Qualità', reperibili parlano di 'mucche italiane selezionate', di 'filiera garantita e controllata' e di 'latte garantito e certificato ogni giorno con controlli più numerosi e approfonditi di quelli di legge'. Se ciò non corrispondesse al vero, e l’azienda utilizzasse anche latte proveniente da altri paesi, ci troveremmo di fronte ad un potenziale inganno per i consumatori italiani".

 Il Codacons depositerà oggi un esposto alle Procure della Repubblica di Torino e Bologna (città dove ha sede la Granarolo) e alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, chiedendo di verificare se una eventuale pubblicizzazione come italiani di prodotti realizzati anche con materie prime straniere possa configurare possibili reati come frode in commercio o truffa aggravata".


LA REPLICA DELLA GRANAROLO
-  Alle notizie arrivate da Torino la la Granarolo Spa ha replicato con una nota precisando tra l’altro di non aver mai acquistato "latte, mozzarella, semilavorati o ingredienti dalla societa’ tedesca Jaeger, che invece e’ stata fornitrice dell’azienda, ma esclusivamente di provole dolci (prodotti finiti confezionati)".

L’impresa bolognese "non e’ mai stata sentita o contattata dalla magistratura di Torino - ha aggiunto la nota - non ha mai ricevuto alcuna comunicazione o notifica da parte delle Autorita’ sanitarie sul caso citato".
La Granarolo, ricordando di compiere "regolarmente analisi, nell’ambito dei propri sistemi di autocontrollo, sia sul processo produttivo, sia sulle acque, che non evidenziano alcuna irregolarità", ha pure sottolineato di essere stata sottoposta recentemente "a controlli da parte delle Autorita’ sanitarie, nell’ambito dei quali sono stati prelevati campioni ufficiali (acque e mozzarelle) che sono stati analizzati e risultano perfettamente conformI".

"La mozzarella Granarolo viene fatta in Italia; se sulla confezione e’ riportata la dicitura ‘solo latte fresco italiano’ significa che la materia prima e’ esclusivamente italiana", ha ribadito l’azienda aggiungendo di restare a disposizione delle Autorita’ per ogni accertamento si rendesse necessario" e riservandosi "di tutelare con ogni mezzo e in tutte le sedi la propria immagine e reputazione dalla diffusione a mezzo stampa di informazioni non veritiere e/o non adeguatamente supportate".