Roma, 9 agosto 2010 - A cinque anni dalla sua approvazione legislativa, il Miur ha dato il via all’anagrafe degli studenti: attraverso il decreto ministeriale n. 74, firmato dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, tutte le scuole italiane, a partire dalla primaria, dovranno comunicare i dati `sensibili’ e del percorso scolastico e formativo, compreso l’apprendistato, riguardanti oltre 6 milioni di alunni e studenti.

Le informazioni richieste sono diverse: si va dai dati anagrafici degli alunni e studenti, comprensivi di codice fiscale, alla frequenza e al percorso scolastico, fino agli spostamenti da un istituto all’altro, agli esiti di fine anno, `con particolare riferimento agli esami finali di ciclo e agli esami di qualifica’, all’individuazione di coloro che abbandonano gli studi e a tutte le dinamiche individuali che hanno a che vedere con i processi educativi.

L’anagrafe degli studenti, nata con lo scopo di favorire la realizzazione del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione e alla vigilanza sull’assolvimento di tale obbligo, trova compimento dopo il via libera del Garante per la protezione dei dati personali. Nel decreto ministeriale 74/2010 il ministro Gelmini inquadra l’iniziativa come `strumento di supporto alla realizzazione del successo scolastico e formativo degli studenti e di sostegno alla qualificazione del sistema di istruzione e formazione’.

Il ministro dell’Istruzione assicura, inoltre, che i dati acquisiti saranno utilizzabili dai propri uffici di statistica ed in ogni caso sempre `in forma anonima’ e con il preciso `fine di monitorare l’evasione dell’obbligo di istruzione, gli abbandoni scolastici, la irregolarità di frequenza e ogni altro fenomeno riconducibile alla cosiddetta dispersione scolastica, al fine di predisporre opportune azioni di prevenzione’.

IL PD: INUTILI E DA CANCELLARE -  “Mentre il governo è impegnato a tutelare la privacy dei mafiosi con la legge bavaglio, il ministro Gelmini viola la privacy dei minori istituendo l`Anagrafe nazionale degli studenti per combattere l`abbandono scolastico. Uno strumento apprezzabile, se solo si limitasse a monitorare il percorso formativo dell`alunno permettendo di prevenire e intervenire a contrasto della dispersione scolastica”, afferma Francesca Puglisi, della segreteria del Pd, responsabile Scuola, secondo la quale “se il fine è vigilare sull`assolvimento dell`obbligo scolastico, non si capisce perché collezionare informazioni sullo stato di salute, il credo religioso e i dati giudiziari. Questi dati non sono necessari e devono essere immediatamente cancellati per evitare di passare da una buona iniziativa ad una schedatura che ricorda i provvedimenti del ventennio”.

LA CGIL: MINACCIA LA LORO PRIVACY - Neppure alla Flc-Cgil  piace il decreto sull’anagrafe degli studenti: per il sindacato rappresenta una minaccia alla tutela dei dati personali. Secondo il segretario generale, Domenico Pantaleo, “la pubblicazione del decreto, in applicazione della normativa sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, suscita molti interrogativi sulle effettive finalità”.
A preoccupare di più il sindacato dei lavoratori della conoscenza è l’articolo 2: al comma 3, il ministro Gelmini indica “la possibilità che l’anagrafe - dichiara Pantaleo - possa contenere dati idonei a rivelare lo stato di salute, le convinzioni religiose o di altro genere e dati giudiziari indispensabili ad individuare il soggetto presso il quale lo studente assolve l’obbligo scolastico”.
“Non si capisce - continua - quale sarebbe il rapporto tra quelle informazioni, che vengono individuate come prioritarie, con la realizzazione del successo scolastico e formativo degli studenti, con l’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e con la vigilanza di tale obbligo”.
 

MIUR: POLEMICHE SENZA FONDAMENTO - Le polemiche sull’anagrafe degli studenti sono “prive di fondamento”, afferma in una nota il ministero dell’istruzione. “Premesso che il ministero non ha accesso ai dati individuali, identificativi degli alunni, - si legge nella nota - si ribadisce che l`anagrafe nazionale degli studenti è finalizzata esclusivamente al monitoraggio dell`assolvimento dell`obbligo di istruzione”.
“Non vengono pertanto richiesti dati sulla religione di appartenenza, come invece viene erroneamente riportato da alcune agenzie di stampa. Tutti i dati - prosegue - vengono raccolti e trattati secondo le modalità previste dal Garante della Privacy, che ne ha approvato la costituzione con proprio decreto. Si tratta pertanto di polemiche che non hanno alcun fondamento”.