Roma, 17 agosto 2010  - Il Presidente Emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, si è spento al Policlinico Gemelli alle 13.18. L’ex capo dello Stato era ricoverato in terapia intensiva dal 9 agosto per una insufficienza cardio-respiratoria, e le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate la scorsa notte.
 

LE ULTIME ORE - Le condizioni di Cossiga erano precipitate durante la notte, dopo giorni di cauto ottimismo. Cossiga, si leggeva nel bollettino medico di questa mattina, aveva mostrato un repentino e drastico peggioramento delle condizioni circolatorie che aveva necessitato la ripresa di tutti i supporti vitali. Il senatore a vita, da giorni nel reparto di terapia intensiva del Gemelli per una grave insufficienza cardio-respiratoria, era sedato e intubato, e la respirazione si era fatta via via più difficile, fino al precipitare della situazione nella tarda mattinata di oggi.

È stato un improvviso shock cardio-circolatorio a provocare la morte di Francesco Cossiga. Secondo fonti sanitarie, è stata fatale l’infezione che da giorni aggrediva le vie respiratorie dell’82enne ex capo dello Stato. Cossiga aveva subito un primo shock circolatorio il giorno del ricovero, quando quella che sembrava solo una visita per accertamenti si era trasformata in un ricovero d’urgenza nel reparto di terapia intensiva del Gemelli per insufficienza cardio-respiratoria. Oggi, con l’aggravamento repentino di questa notte, il cuore del senatore a vita non ha retto e la situazione è precipitata fino al decesso.  

CAMERA ARDENTE - Saranno in molti domani a rendere omaggio alla salma del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga nella camera ardente allestita al Gemelli e che sarà aperta a partire dalle ore 10 fino alle 18. Sono previsti tra gli altri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, il sottosegretaio alla presidenza Gianni Letta. Atteso anche il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone.  

FUNERALI PRIVATI - I funerali in Sardegna potrebbero essere giovedì in una modalità raccolta e privata profondamente diversa dalla cerimonia prevista da una legge del 1987 per le esequie di Stato. L’ultimo presidente emerito ad averle fu Giovanni Leone, il 12 novembre 2001, con un’orazione ufficiale tenuta dall’allora presidente del Senato Marcello Pera. Sandro Pertini, invece, preferì la forma privata. Quindi per Cossiga niente corazzieri ad accompagnare il feretro, niente picchetti d’onore ‘ufficiali’ all’ingresso e all’uscita dalla chiesa, niente parterre con tutte le più alte cariche dello Stato. "Sulla bara voglio che ci sia il tricolore e la bandiera della Sardegna", ha lasciato scritto Cossiga, in una lettera destinata al segretario generale del Senato. In questa missiva, l'ex Capo dello Stato detta le sue ultime volontà: nessun funerale di Stato, ma un picchetto dei Granatieri di Sardegna e sepoltura nel cimitero di Sassari, accanto ai suoi cari defunti. Le esequie probabilmente si svolgeranno nella parrocchia di San Giuseppe a Sassari e non in quella di San Gabriele a Cheremule, come appreso in un primo. Alla piccola chiesa di Cheremule, indicata come la candidata piu' probabile ad ospitare le cerimonia funebre a carattere strettamente privato, sarebbe stata alla fine preferita quella della parrocchia dove Cossiga andava sempre a pregare quando si recava a Sassari.

Sarà con ogni probabilita’ una compagnia di formazione composta dai soldati dei quattro reggimenti che compongono la Brigata Sassari a rendere gli ultimi onori al feretro del presidente emerito della Repubblica, avvolto nel tricolore e nella bandiera dei Quattro Mori. Sarebbe una delle volonta’ contenute nei messaggi lasciati ai familiari, secondo indiscrezioni trapelate. Da presidente della Repubblica Cossiga aveva voluto fortemente la ricostituzione, nel 1988, della Brigata Sassari, la grande unita’ formata solo da sardi nella prima guerra mondiale, diventata ora protagonista delle missioni internazionali di pace.

LE QUATTRO LETTERE - Cossiga se ne va lasciando lettere al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Senato e Camera e al Presidente del Consiglio. Nel pomeriggio sono state diffuse le lettere a Napolitano e ai presidenti delle Camere, tutte datate 18 settembre 2007. Napolitano, dunque, era già presidente da poco più di un anno, ma sugli scranni più alti di Montecitorio e Palazzo Madama c’erano Fausto Bertinotti e Franco Marini e non Gianfranco Fini e Renato Schifani, mentre il presidente del Consiglio era Romano Prodi e non Silvio Berlusconi. Le lettere, consegnate al segretario del Senato, sono state inviate dopo la scomparsa di Cossiga.

Quella per Napolitano è stata inviata a Castelporziano dove si trova il presidente per un periodo di riposo e poi pubblicata sul sito internet del Quirinale. Il Capo dello Stato ha ricordato il suo predecessore come “combattivo protagonista di stagioni tra le più intense e drammatiche della nostra storia nazionale”. Nella lettera a Napolitano Cossiga rammenta il suo settennato: “Fu per me un grande onore - scrive - servire immeritatamente e con tanta modestia ma con animo religioso, con sincera passione civile e con dedizione assoluta lo Stato italiano e la nostra Patria nell’ufficio di Presidente della Repubblica”. Cossiga si congeda da Napolitano sottolineando che il presidente è “Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale” e augurandogli una “lunga missione al servizio dell’amato popolo italiano”.
 

Nella missiva a Schifani Cossiga chiede esequie “del tutto private, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità” e ricorda ancora che “fu per me un onore grande servire la Repubblica, a cui sempre sono stato fedele”.  Nella lettera al presidente della Camera Fini, Cossiga spiega che “fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica. Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto”.
 

La lettera recapitata oggi al premier Silvio Berlusconi, secondo quanto si apprende da fonti di governo, sarà diffusa dopo i funerali del presidente emerito. La ragione, spiegano le stesse fonti, è che sarebbero contenuti dettagli sulla cerimonia funebre che per discrezione non sono state divulgate oggi. In ogni caso la missiva, secondo fonti di governo, ricalcherebbe quella inviata al presidente del Senato Renato Schifani.