Pitigliano, 6 settembre 2010 - "Ha fatto tanto per l’Italia. Entrerà tra i personaggi storici dei centocinquant’anni di questo Paese. Ma tra qualche giorno lo sfratteranno dalla sua tomba. E io, sua moglie, l’ho saputo quasi per caso". Quel personaggio storico è Alberto Manzi, volto inconfondibile della tv prima maniera, quella del programma Rai 'Non è mai troppo tardi', quella che insegnò l’italiano ai contadini dallo schermo in bianco e nero.

Quella donna è Sonia Boni, la moglie, che è stata fino all’ultimo accanto a un grande della cultura italiana, scomparso nel dicembre 2007. "Il suo corpo sarà riesumato il 13 settembre — racconta con emozione —. Sono scaduti i termini di concessione della tomba. Il nome di mio marito è affisso assieme ad altri su un foglio al cimitero di Pitigliano".

Una vicenda nella quale la cecità della burocrazia ha un ruolo non di secondo piano. Manzi, nato a Roma nel 1924, autore tra l’altro nel 1955 del celebre romanzo per l’infanzia 'Orzowey', riposa nel cimitero della cittadina in provincia di Grosseto. L’ex maestro elementare e conduttore televisivo fu tra l’altro sindaco di Pitigliano tra il 1995 e il ’97. "Prima della sua morte mi chiese di essere sepolto in terra e ho rispettato in pieno la sua volontà", racconta la vedova. Ora la sua tomba verrà rimossa, visto che i dieci anni di concessione dall’acquisto dello spazio al cimitero sono scaduti.

La legge non fa distinzione e il nome di Alberto Manzi è finito nel gruppo di coloro che devono lasciare gli spazi. Affisso su un muro del camposanto. "Non una telefonata da parte del Comune — dice la donna, che vive lontana da Pitigliano —. Non un messaggio per avvisarmi".  "Alberto Manzi è stato un punto di riferimento per tutti noi, ha portato il nome di Pitigliano nel mondo — dice l’attuale sindaco, Dino Seccarecci —. Nessuno vuole infangare la sua memoria. I miei uffici hanno seguito la procedura standard. Ma sarò io in persona nei prossimi giorni a mettermi in contatto con la vedova Manzi per concordare insieme una soluzione. Non solo, intendiamo promuovere con lei nuove iniziative per ricordare questo illustre amministratore".

La vedova Manzi però, nonostante l’intervento del sindaco Seccarecci, sembra apparire determinata a cercare un’altra terra dove fare riposare le spoglie del marito. E lancia un appello: "Sono pronta a portare mio marito in qualunque città vicina o lontana vorrà dare ospitalità alle sue spoglie. È triste doverlo allontanare dalla terra per cui ha fatto tanto. Ma non vedo altra soluzione".