Reggio Calabria, 20 ottobre 2010 - E' stato arrestato Antonio Cortese, 48 anni, considerato l'artificiere della cosca 'Lo Giudice'. L'uomo è stato fermato questa mattina al confine italo-sloveno di Fernetti (Trieste) da agenti della Squadra mobile di Trieste in collaborazione con i colleghi di Reggio Calabria e la polizia di Frontiera giuliana. L'affiliato del clan mafioso è stato bloccato su un autobus di linea proveniente da Iasi (Romania) e diretto nella città dello stretto.

Cortese allo stato è indagato dalla Dda di Catanzaro solo per l'episodio del ritrovamento del bazooka davanti alla Dda di Reggio Calabria. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. Nei confronti di Cortese la Dda catanzarese ha emesso un decreto di perquisizione e sequestro che è stato eseguito nella notte tra giovedì e venerdì scorsi nell’abitazione dell’uomo a Reggio Calabria. In quell’occasione, gli uomini della Mobile reggina avevano già il decreto di fermo emesso della Dda di Reggio che non è stato eseguito perché l’uomo è risultato irreperibile.

Nel corso della perquisizione, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato trovato del materiale interessante per la prosecuzione delle indagini che riguardano anche i due attentati compiuto il 3 gennaio alla Procura generale di Reggio ed il 26 agosto all’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro. Nei prossimi giorni, Lombardo sentirà direttamente Antonino Lo Giudice, il boss che si è attribuito la responsabilità degli attentati e delle intimidazioni ai magistrati reggini e che ha indicato in Cortese l’esecutore materiale.

"Vi state sbagliando. Con queste accuse io non c’entro": sono le poche parole che Antonio Cortese, ha detto agli agenti della Squadra mobile e della Polizia di frontiera di Trieste.

DI LANDRO - "Assistiamo a questi eventi compiaciuti per i passi che si fanno verso l'accertamento della verità e se son rose fioriranno - ha detto il procuratore Di Landro intervistato da Radio Capital - è stato il collaboratore (Antonino Lo Giudice, ndr) ad indicare il nome dell'autore degli attentati. Certamente in questi ultimi mesi è stato un grande problema arrivare ad accertare gli autori di questi reati". Sul ruolo dei pentiti Di Landro ha sottolineato che "bisogna andare alla ricerca dei riscontri, in ogni caso è una strada che si sta percorrendo costruttivamente, speriamo bene".

MARONI E ALFANO - L’arresto di Cortese "è un’ottima notizia e dimostra che in Calabria lo Stato c’è e risponde in maniera tempestiva all’aggressione della 'ndrangheta". Così in una nota il ministro dell’Interno. Si complimenta anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano: "Dopo il vile attentato al procuratore Di Landro, avevo definito la ‘ndrangheta 'una bestia ferita e in difficoltà'. L’arresto dell’esecutore di quegli attentati è un ulteriore colpo inferto a quella bestia". "Lo Stato - continua il Guardasigilli - c’è ed è vincente. La violenta logica criminale sarà debellata. Siamo a fianco della magistratura reggina nella lotta a tutte le mafie, assicurando il nostro sostegno a ogni livello". "Le mie congratulazioni - conclude Alfano - agli uomini della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e alla Squadra Mobile del capoluogo calabrese che hanno effettuato l’arresto".