La Spezia, 21 ottobre 2010 - Mauro, 44 anni. Due figlie minorenni, un matrimonio finito da anni ma che per la legge è ancora vincolante. E una 22enne di Capo Verde, la donna che ama da 3 anni.

"Sono molto innamorato della mia nuova compagna e vorrei portarla con me in Italia, in modo da fermarmi stabilmente qui e stare vicino alle mie figlie". Il lavoro c'è, i bagagli sono pronti. Ma l'Italia non è pronta ad accogliere il loro amore.

"La mia compagna è extracomunitaria e può venire in questo paese solo se la sposo o se riesco a farla lavorare qui", ci spiega l'uomo. "Ma l'iter legale per ottenere il divorzio è lunghissimo e con la legge Bossi-Fini anche l'immigrazione per motivi lavorativi diventa difficilissima da ottenere. Poi ci si lamenta dei metodi clandestini..."

Mauro non vuole rinunciare a tornare a La Spezia per veder crescere le sue figlie. Allo stesso tempo non vuole separarsi dalla sua compagna e crede che la legge italiana gli stia negando un diritto. Essere un padre separato è già difficile, così come complicato è trovare qualcuno con cui sentire la voglia di ricominciare ad amare, dopo un matrimonio malriuscito.

E infatti non si fermerà, non rinuncerà. Ma non può fare a meno di sentirsi deluso. "Se è questo l'atteggiamento di mancata accoglienza del nostro paese, mi vergogno di essere italiano!".

di Maria Francesca Di Costanzo