BOLOGNA, 24 ottobre 2010 - PRANZANO insieme, guardano la tv, chiacchierano e riordinano la cella. Un’intesa da vecchie amiche, anche se si conoscono da meno di due anni. Annamaria Franzoni e Wanna Marchi sono diventate praticamente inseparabili e nel carcere della Dozza occupano la stessa stanza di 5 metri per 3, con i letti, il tavolo, un fornellino, gli armadi e il bagno. Da tempo oltre le sbarre, si sono ormai abituate al rumore del chiavistello, allo sguardo della vigilatrice dallo spioncino, ai silenzi, ai controlli improvvisi. E nel lento andare dei giorni si sono date da fare per tenere lontani, con un lavoro gratificante, la morsa della noia e, almeno in parte, l’assillo dei pensieri. E così, da qualche mese, la Franzoni guida la biblioteca, la Marchi l’attività della mensa.

PUNTUALE e scrupolosa, la mamma del piccolo Samuele esce dalla cella la mattina alle 9, prende posto tra i volumi, registra quelli in uscita, annota quelli in rientro e legge di tutto. «A volte tiene gli occhi sulle pagine per ore», conferma un’ex detenuta. Anche il rapporto con le altre recluse è migliorato. Nel mese di maggio di due anni fa, quando entrò in prigione per scontare il primo giorno della condanna a 16 anni, molte delle sessanta detenute del femminile diedero il via a un rumoroso concerto notturno di urla e colpi alle sbarre. Protestavano contro i presunti vantaggi riservati al personaggio che da tempo teneva banco sui giornali e in tv: una confortevole cella singola, la possibilità di incontrare i familiari più volte alla settimana e altre piccole attenzioni.

QUELLA rabbia è ormai sfumata anche perché il «diario» della Franzoni lo aveva stabilito il magistrato. La convivenza nell’andare dei giorni tutti uguali, poi, ha dissolto rancori e incomprensioni. E la Wanna del mitico urlo televisivo («d’accordoooooo»)? La grinta degli anni migliori ha perduto un po’ di smalto, ma la regina delle alghe, condannata a 9 anni, mantiene un ruolo da leader anche oltre le sbarre. E si è presto calata nei panni di portavoce delle altre detenute, a loro distribuisce consigli e pareri e per loro tratta i problemi quotidiani. E se la Franzoni lascia correre il tempo tra i volumi, la Marchi passa buona parte della giornata tra i profumi. Non quelli di creme miracolose, ma l’alternativa ugualmente elaborata e di certo più genuina delle specialità gastronomiche.

E’ LEI, infatti, a gestire la cucina con compiti prevalentemente direttivi. Il suo turno comincia alle 7,30 e si allunga fino all’ora di pranzo. Poi, il rientro in cella, l’incontro con l’amica Annamaria, e via sempre così, un giorno dopo l’altro. E chissà fino a quando.