Milano, 1 novembre 2010 - L'ex questore di Milano, Vincenzo Indolfi è stato sentito come teste in procura a Milano dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini sul caso 'Ruby'. Il magistrato milanese titolare dell'indagine deve accertare quanto accadde la notte del 27 maggio in questura quando la giovane venne fermata e poi affidata al consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti a seguito di una telefonata arrivata in via Fatebenefratelli da palazzo Chigi. Oltre al procuratore aggiunto Ilda Boccassini, a sentire l'ex questore c'era anche il pm Antonio Sangermano, titolare con il procuratore aggiunto Piero Forno dell'indagine su tutto il 'caso Ruby'.
 

INDAGINI DAL 2009 - Il nome di Karima El Mahroug, in ‘arte’ Ruby Rubacuori compariva nell’indagine sulla prostituzione d’alto bordo, a Milano sin dal 2009. L’indagine avrebbe avuto sviluppi dalle recenti dichiarazioni di Ruby e riguarda un giro di escort legate al mondo dei vip dello spettacolo, delle paparazzate e dei locali piu’ alla moda di Milano. Il nome di Karima, secondo quanto si e’ appreso, appare in alcuni accertamenti tecnici che evidenzierebbero suoi incontri con imprenditori in un hotel di lusso del centro. Incontri a pagamento, che non sarebbero stati isolati o d’iniziativa ma coordinati all’interno di una piu’ ampia rete di conoscenze e amicizie gestite, secondo le accuse, da alcuni nomi noti e meno noti. Secondo le risultanze degli investigatori, che seguono l’indagine, e secondo anche alcune successive dichiarazioni che sarebbero state rilasciate da Ruby dopo i fatti di maggio, nel procedimento ci sarebbero anche i nomi di Lele Mora e di Nicole Minetti.


A causare l’accompagnamento in Questura, invece, il 27 maggio, non furono pero’ queste circostanze, non note agli operanti, ma un’ingenuita’ della ragazza. Perché lei, dopo la lite nel centro estetico di corso Buenos Aires, aveva subito declinato le sue vere generalità (pur non avendo i documenti) agli agenti della Volante intervenuti, dalle quali era così risultato un ordine di rintraccio a suo carico per scomparsa da una comunita’ protetta. In particolare, secondo indiscrezioni, Karima era già nota agli investigatori del commissariato che ha proceduto all accompagnamento. Non ai due agenti che l’hanno fisicamente portata in via Fatebenefratelli quella sera, ovviamente, ma ai loro colleghi della polizia giudiziaria a cui il suo nome, nella relazione di servizio, il giorno dopo, non è passato inosservato. L’indagine, dopo alcuni mesi, e’ ora condotta dagli investigatori della sezione di Pg della Procura.

 

IL PADRE: 'PROVO VERGOGNA' - "Davanti ad una storia del genere un genitore può solo provare vergogna''. Queste le parole del padre della ragazza marocchina Karima, nota con il nome di Ruby, al centro dello scandalo che ha interessato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L'uomo, M'Hamed El Mahroug, in un'intervista a La Repubblica prende le distanze dagli avvenimenti recenti.


''Mia figlia è solo una bugiarda - continua -. Non sono mai stato violento con lei, non le ho mai alzato le mani. Karima più di una volta ha raccontato ai carabinieri che io la picchiavo. Le guardie facevano le indagini e mi controllavano ma sono un libero cittadino''.

Il padre di Ruby nega anche che si sia opposto all'avvicinamento della ragazza verso la religiona cattolica: ''Anche questa è una bugia. Mia figlia non ha mai amato la religione, nessuna religione - dice -. Lei non pregava, fregava. Per questo si è messa nei guai''. L'ultima volta che ha visto Ruby è stato a marzo e anche in quell'occasione la giovane è stata fermata dalle forze dell'ordine. Poi è scappata nuovamente.

La sera del 27 maggio scorso, quando Ruby è stata fermata a Milano, il padre ricorda che sono andati a casa alcuni poliziotti a cercare i documenti della ragazza che però erano in una casa famiglia che l'aveva ospitata. Infine, il padre di Ruby, che lavora come ambulante di biancheria intima confessa di guadagnare solo 20 euro al giorno: ''Nella vita, i comportamenti vengono prima dei soldi - conclude -. Devo sei mensilità al padrone di casa, quando piove non posso esporre la mia merce per strada, dunque non lavoro ma per me va bene così".
 

IL LEGALE DI RUBY - "Ruby" non è ancora stata sentita come teste dai pm della Procura di Milano, a differenza di quanto scritto da alcuni quotidiani, e per lei non c'è ancora una convocazione. Lo ha spiegato il legale della giovane. "Da venerdì ad oggi, non è stata sentita", ha raccontato al telefono l'avvocato Massimo Dinoia, che ha anche aggiunto di non sapere quando Ruby parlerà con il magistrato titolare dell'inchiesta, Ilda Bocassini. Per il legale non è ancora stata fissata una data. "Se così fosse, immagino che lo saprei", ha detto. La giovane era già stata sentita in Procura nelle settimane scorse, sempre come persona informata dei fatti. "Ruby ha bisogno di essere lasciata in pace - ha aggiunto poi il legale -, di festeggiare in tranquillità un momento così importante della sua vita". Oggi, ormai è cronaca, la ragazza compie 18 anni. "Ruby ora ha solo bisogno di una boccata d'aria" ha concluso Dinoia. La ragazza festeggerà così stasera la maggiore età in un locale di Genova. "Lasciatemi in pace, voglio godermi il mio compleanno", ha sbottato con un cronista.