Napoli, 6 novembre 2010 - E' crollata la domus dei gladiatori all'interno degli scavi di Pompei (Napoli). Ad accorgersene sono stati i custodi, questa mattina intorno alle 7.30. L'edificio si trova sulla via principale, via dell’Abbondanza, quella maggiormente percorsa dai turisti, in direzione Porta Anfiteatro. L'area è stata transennata ed è stato organizzato un percorso alternativo per i visitatori.

Tra le cause del crollo prese in considerazione, possibili infiltrazioni d’acqua dovute alle piogge di questi giorni e alla posizione della Domus accanto a un terrapieno, ipotesi suffragata dalla posizione di alcune pietre, o ancora il rifacimento in materiali troppo pesanti del tetto, che fu distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiali. 

Il nome classico della domus è Schola Armaturarum Juventis Pompeiani e fungeva - secondo gli studiosi - da palestra per l'allenamento degli atleti e deposito di armature. L’ampia sala dove si allenavano i gladiatori era chiusa con un cancello di legno.

Su una delle pareti apparivano gli incassi che contenevano delle scaffalature con le armature stesse che furono infatti ritrovate nello scavo. La decorazione dipinta, persa nel crollo, richiamava al carattere militare dell’edificio: trofei di armi, foglie di palma, vittorie alate, candelabri con aquila e globi. La casa attualmente non si poteva osservare solo dall’esterno.

NAPOLITANO - "Quello che è accaduto a Pompei dobbiamo, tutti, sentirlo come una vergogna per l’Italia", ha dichiarato il presidente della Repubblica, commentando il crollo che si è verificato nell’area archeologica di Pompei alla Domus gladiatori. "E chi ha da dare delle spiegazioni - ha aggiunto - non si sottragga al dovere di darle al più presto e senza ipocrisie".

IL SINDACO - La Domus dei Gladiatori di Pompei da anni era "in attesa di essere ristrutturata". Secondo il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, il cedimento dell’edificio è un crollo annunciato: "succede quando non c’è la dovuta attenzione e cura" per un patrimonio secolare che andrebbe "preservato da ogni tipo di sollecitazione, anche atmosferica. C’è il dispiacere tipico di una comunità - ha sottolineato D’Alessio - di un territorio su cui vi è il museo all’aperto più grande del mondo e che purtroppo viene trascurato".

"In passato - ha rilevato - sono stati persi molti fondi, che non venivano utilizzati, e non sono state avviate le procedure per il restauro". Il sito archeologico, ha spiegato il primo cittadino, oltre ad avere un’importanza culturale dà anche "ricchezza a questo territorio" con il turismo."Scontiamo la mancanza di un coinvolgimento in questo tipo di iniziative - ha concluso - ci limitiamo a fare appelli sensibili e solerti nel sollecitare l’attenzione che il sito necessità".

IL MINISTRO - "Quanto è accaduto ripropone la necessita’ di disporre di risorse adeguate per provvedere a quella manutenzione ordinaria che è necessaria per la tutela e la conservazione dell’immenso patrimonio storico artistico di cui disponiamo". E’ quanto afferma il ministro dei Beni e delle Attivita’ Culturali Sandro Bondi in merito al crollo della Schola Armaturarum questa mattina a Pompei.

"Il crollo - conferma il ministro - ha interessato le murature verticali Schola Armaturarum che erano state ricostruite negli anni Cinquanta, mentre parrebbe essersi conservata la parte più bassa, che ospita le decorazioni affrescate, che quindi si ritiene che potrebbero essere recuperate. Allo luce dei primi accertamenti, il dissesto che ha provocato il crollo parrebbe imputabile ad uno smottamento del terrapieno che si trova a ridosso della costruzione per effetto delle abbondanti piogge di questi giorni e del restauro in cemento armato compiuto in passato".

IL MINISTERO - "Questo ennesimo caso di dissesto ripropone il tema della tutela del patrimonio culturale e quindi della necessita’ di disporre di risorse adeguate e di provvedere a quella manutenzione ordinaria che non facciamo più da almeno mezzo secolo". E’ quanto afferma Roberto Cecchi, segretario generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in merito al crollo della Schola Armaturarum a Pompei. "La cura di un patrimonio delle dimensioni di quello di Pompei - aggiunge Cecchi - e di quello nazionale non lo si può affidare ad interventi episodici ed eclatanti. La soluzione è la cura quotidiana, come si e’ iniziato a fare per l’area archeologica centrale di Roma e per la stessa Pompei".