Torino, 24 novembre 2010 - Un gruppo di studenti che protestano contro la riforma dell’università ha superato le consuete barriere di sicurezza e preme alla porta di Palazzo Madama, i commessi e gli agenti di sicurezza stanno tentando di tenerli fuori ed è iniziato un fitto lancio di uova.

Gli studenti che hanno fatto irruzione sono stati allontanati dalle forze dell’ordine, che hanno chiuso il portone del Senato. Durante l’invasione dell’atrio una persona ha accusato un malore e poi i ragazzi sono stati trascinati e respinti all’esterno. Dopo che le forze di sicurezza e i commessi sono riusciti a chiudere le porte dell’ingresso principale di Palazzo Madama in corso Rinascimento, l’uomo è stato condotto nell’androne del Senato. È stato sdraiato per terra e avvertito il personale sanitario.
Fuori da Palazzo Madama lancio di fumogeni e uova contro il portone. Le forze dell’ordine sono schierate davanti all’ingresso del Senato in tenuta antisommossa. Gli studenti urlano "dimissioni, dimissioni".

Dopo il tentato assalto gli studenti sono ora assiepati in corso Rinascimento. Un cordone di polizia e carabinieri tiene a distanza qualche centinaio di studenti, una decina dei quali porta dei caschi e delle sciarpe sul volto. Una parte del corteo ha però iniziato a defluire, apparentemente in direzione del Lungotevere. 

 

Scontri tra studenti e forze dell’ordine nel centro di Roma. Gli studenti si erano mossi verso Montecitorio tentando di forzare un cordone delle forze dell’ordine e sono stati respinti con i manganelli. I manifestanti hanno lanciato anche un petardo.

 

SCHIFANI CHIAMA MARONI - Il presidente del Senato Renato Schifani ha sentito telefonicamente il ministro dell’Interno Roberto Maroni, dopo il fallito assalto degli studenti a palazzo Madama.
Parlando con i cronisti dopo essersi recato in infermeria a sincerarsi delle condizioni del funzionario di polizia Francesco Capelli vittima di un malore nel parapiglia, Schifani ha risposto a una domanda su cosa non abbia funzionato nel sistema di sicurezza, visto che i manifestanti sono riusciti ad arrivare alla porta del palazzo. “E’ un quesito che ci stiamo ponendo - ha detto - una domanda che ho posto alle nostre strutture: è stata una coda del grande corteo che si è staccata dal percorso previsto”.

“Ho sentito - ha spiegato la seconda carica dello Stato - il ministro degli Interni che ha garantito che si attiverà immediatamente per l’esame dell’accaduto e per evitare in futuro fatti del genere”.

 

LA CONDANNA DI FINI -  Il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini ha inviato al presidente del Senato Renato Schifani un messaggio di condanna degli incidenti di oggi davanti al Senato.

"Ho appreso con preoccupazione le notizie sui tumulti e gli incidenti avvenuti nel corso di una manifestazione di studenti svoltasi oggi davanti al Senato della Repubblica e che ha anche comportato il ferimento del dottor Francesco Capelli, addetto alla sicurezza del palazzo", ha scritto Fini.

"Nel condannare con fermezza questo inaccettabile episodio di violenza e di intolleranza, che ha avuto come obiettivo una sede parlamentare, cuore della vita democratica del Paese, e gli uomini che in essa operano", ha sottolineato il presidente della Camera, "desidero esprimere la intensa solidarietà mia personale e della Camera dei deputati, unitamente agli auguri di pronta guarigione al funzionario coinvolto negli scontri".
 

BERSANI SUL TETTO - Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, questa mattina è salito sul tetto della facoltà di Architettura dell’università La Sapienza di Roma, a piazza di Fontanella Borghese, per manifestare l’appoggio e la solidarietà alle proteste contro la riforma Gelmini che ha definito un “disastro omeopatico”.

Con Bersani c’erano anche i Giovani democratici e la Rete universitaria nazionale a ascoltare le ragioni di studenti, ricercatori e professori che denunciano i tagli e il trattamento riservato all’istruzione pubblica dal governo Berlusconi e dal ministro Gelmini. “Se vedete in Grecia, perfino lì, le riforme sono tutte sociali e sulla conoscenza - ha detto Bersani - primo o poi ci arriveremo anche noi perchè non puoi chiedere di scomodarsi sempre agli stessi, agli operai più di 18 ore di turni quanto gli vuoi chiedere?”.

Per il segretario del Pd la riforma Gelmini è “un disastro omeopatico”, perciò ha chiesto agli studenti di dare una mano all’opposizione a riprendere il tema in Parlamento “quando toccherà a noi” ribadendo che “le riforme senza popolo non si possono fare”.
 

LA REPLICA DELLA GELMINI - "Gli studenti che contestano le riforme del governo rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo. Alcuni studenti vengono strumentalizzati da esponenti politici della sinistra che oggi hanno deciso di inscenare una sceneggiata sui tetti delle università”, dichiara in in una nota il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini.

“Bersani - prosegue poi la Gelmini - in questo modo dimostra poco rispetto nei confronti dell`Aula che in queste ore sta discutendo una riforma che rivoluziona l`università italiana. Ai leader della sinistra dico che non basta salire un’ora sul tetto per far dimenticare come la sinistra ha ridotto l’università pubblica in Italia. Per anni la sinistra ha impedito, per motivi culturali, che nelle università venisse premiato il merito. Sono stati umiliati i migliori per promuovere parenti e amici. E’ da respingere - conclude - il tentativo maldestro di alcuni di addebitare al governo o ai tagli l’inefficienza del sistema universitario. I soldi invece ci sono sempre stati, ma sono stati usati per moltiplicare posti, corsi di laurea inutili e sedi distaccate non necessarie”. 

LA RABBIA DEI RICERCATORI -  Notte sul tetto di Palazzo Nuovo, sede torinese delle facoltà umanistiche, per una ventina di ricercatori che contestano la riforma Gelmini. E la mobilitazione proseguirà anche oggi: "intendiamo rimanerci ad oltranza", spiega Alessandro Ferretti. Intanto gli studenti, che questa notte hanno dormito a Palazzo Nuovo, hanno iniziato da poco un picchettaggio. L’intenzione, spiegano, è di non far entrare nessuno, se non gli studenti che vogliono occupare o seguire "la didattica alternativa".

Sit in di protesta degli studenti di scuola e università davanti a Montecitorio contro il ddl Gelmini che si trova all’esame dell’aula della Camera e che domani dovrebbe avere il via libera. Slogan contro il governo e striscioni con scritto ‘Ridateci il nostro futurò, ‘No ai taglì, ‘Qui riposa in pace la scuola pubblicà. Ci sono bandiere e palloncini colorati della Flc Cgil.
 

Ma ci sono assemblee, sit-in, momenti di agitazione in tutt'Italia in vista dell’approvazione alla Camera dei Deputati del ddl Gelmini che riforma il sistema degli atenei (previsto tra oggi e giovedì): collettivi e organizzazioni degli studenti universitari, ma anche docenti e ricercatori hanno pronte proteste in varie città.
I calendari accademici degli atenei italiani rischiano di essere stravolti, dal momento che i ricercatori in tutta Italia hanno già annunciato che non ritireranno l’indisponibilità alla didattica.


Secondo il ‘calendario’ delle agitazioni, a Roma i collettivi della Sapienza (che ieri hanno occupato le falcoltà di Fisica, Ingegneria, Igiene e Scienze Politiche), di Tor Vergata e di Roma 3 si incontreranno davanti a palazzo Montecitorio per un sit-in di protesta (dalle 11 circa). Gli universitari della Sapienza si vedranno alle 9 a piazzale Aldo Moro, da dove raggiungeranno la sede della Camera senza sfilare in corteo, come inizialmente avevano previsto. Nella Capitale, inoltre, prosegue il presidio sul tetto della facoltà di Architettura a piazza Fontanella Borghese.

Sempre oggi a Torino dalle 8 picchetti informativi diffusi davanti le sedi delle facoltà, poi assemblea d’ateneo. Dalle 14 assemblea di ateneo a Palazzo Nuovo: “Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo l’università!” lo slogan.
A Pisa dalle 11 assemblee di facoltà in tutto l’ateneo. A Perugia assemblea plenaria di studenti e precari, dalle 17 nell’Aula I/2 alla facoltà di Matematica. A Palermo continua l’occupazione della facoltà di Lettere e filosofia: domani alle 10 conferenza stampa e alle 16 incontro tra studenti universitari e medi all’istituto magistrale occupato Regina Margherita. A Bologna assemblea per il blocco e lo sciopero dell’università alla facoltà di Lettere e Filosofia. Mobilitazioni sono previste anche a Venezia e Napoli. Proteste anche a Siena, dove gli studenti hanno occupato i binari della ferrovia. A Pisa gli studenti occupano addirittura l'aeroporto

EMENDAMENTO UDC  - Il Governo è stato battuto su un emendamento dell'Udc relativo all'articolo 6 della riforma dell'università. I finiani hanno votato con Udc, Pd, Idv e Api. Sull'emendamento il Governo aveva espresso parere contrario. L'emendamento dell'Udc, sul quale il Governo aveva espresso parere negativo ed è invece passato grazie ai
voti di Fli, Pd, Udc, Idv e Api, ha ottenuto 284 sì, 254 no, mentre cinque sono gli astenuti, tra cui il deputato Massimo Calearo. La proposta di modifica, spiega la centrista Paola Binetti, "riguarda l'opportunità di riconoscere il valore del lavoro dei medici impegnati nei policlinici universitari in attività di formazione". Scorrendo i numeri delle presenze in aula alla Camera, dove è all'esame la riforma dell'università, si rileva che il Pd in quanto a presenze batte il Pdl di nove deputati (199 contro 190). Nella fila del Pdl sono 45 gli assenti: di questi 20 'giustificati' perché in missione.