Genova, 4 dicembre 2010 - "E' stata applicata la legge". Così il sindaco di Albenga, Rosy Guarnieri (Lega Nord), commenta il caso del matrimonio celebrato in chiesa tra una trentanovenne cittadina di Albenga e un ventottenne marocchino non in regola con il permesso di soggiorno.

"L’uomo - spiega il sindaco - lavorava in Italia con un regolare permesso di soggiorno. Quando i due hanno deciso di sposarsi lui non era in possesso del rinnovo del permesso, non so per quale motivo. Quindi l’ufficiale di stato civile non ha accettato la trascrizione della richiesta di matrimonio. Un provvedimento introdotto di recente dal ministro Maroni prevede infatti che per la pratica matrimoniale entrambi gli aspiranti coniugi siano in regola con le norme sulla cittadinanza e sul soggiorno in Italia".

"I due - continua il Sindaco - si sono rivolti alla Chiesa, che non richiede questo adempimento. Hanno seguito l’iter richiesto, corso prematrimoniale e altre pratiche, e sono stati sposati. È avvenuto nei primi giorni di aprile, poco dopo il mio insediamento. Il matrimonio, naturalmente, in base alla legge, è valido anche per lo Stato italiano. A questo punto l’ufficiale di stato civile ha registrato l’atto". "Se è un modo per aggirare la legge Bossi-Fini non lo so - dice ancora il sindaco - non conosco la coppia".

Chi conosce i due sposi è don Berto Musso, arciprete della cattedrale, che ha celebrato il matrimonio. "In queste cose - spiega - andiamo con i piedi di piombo. Personalmente è il primo matrimonio del genere che ho celebrato, in passato abbiamo avuto altre richieste di questo tipo e non le abbiamo accettate".
"Quando i due - riferisce il sindaco- ci hanno chiesto il matrimonio in chiesa, subito abbiamo risposto di no. Poi sono tornati una seconda e una terza volta, li abbiamo conosciuti e abbiamo capito che non si trattava di un espediente per ottenere la cittadinanza italiana e si è deciso di celebrare il matrimonio. Sono due brave persone, spero che lui trovi presto un lavoro".