Roma, 15 dicembre 2010 - Il giovane minorenne ritratto in alcune foto mentre ieri, durante gli scontri a Roma, impugnava una pala, un manganello e un paio di manette in diversi momenti della manifestazione, è stato preso questa sera dalla polizia. Secondo quanto riferisce l'Ansa si tratterebbe di un ragazzo di 16 anni che frequenta un liceo della Capitale.

In precedenza la Questura di Roma aveva diffuso un comunciato per spiegare che nessun poliziotto o appartenente alle forze dell’ordine si era infiltrato nel corteo degli studenti: l’uomo ritratto nelle foto è un "già noto" estremista di sinistra che ora è "attivamente ricercato". "In relazione alle ipotesi di possibili infiltrati di appartenenti alle Forze dell’Ordine tra i manifestanti - si legge in una nota - riferita agli scontri verificatisi ieri in occasione delle manifestazioni studentesche nella Capitale ed apparsa oggi su alcuni organi di stampa, si rappresenta che è stato compiutamente identificato dalla Digos ed è attivamente ricercato il soggetto ritratto in alcune foto mentre, travisato, impugna un manganello ed un paio di manette in concomitanza con l’aggressione subita da un finanziere". "Lo stesso, già noto alle Forze di Polizia, risulta riconducibile ad ambienti estremisti di sinistra".

Intanto da un documento dell'intelligence emerge il tentativo dei "settori più radicali" del movimento che ieri è sceso in piazza a Roma di infiltrare le proteste studentesche per "promuovere scontro sociale con le istituzioni". Nell’ultimo periodo, scrivono 007 e investigatori, le varie anime del movimento antagonista "vanno consolidandosi" nelle proteste contro la riforma Gelmini. Proteste che, "animate e promosse essenzialmente da numerosi collettivi studenteschi sorti spontaneamente - è scritto nel documento - costituiscono terreno fertile per l’infiltrazione di espressioni dei settori più radicali, interessati a promuovere uno scontro sociale con le istituzioni piuttosto che una protesta propositiva e fattiva".

Secondo investigatori e 007, il momento attuale vede l’universo antagonista "impegnato ad individuare piattaforme comuni di contestazione, capaci di facilitare il superamento delle tradizionali frammentazioni, rendendo così più vigoroso il fronte della protesta".

Una strategia che ha portato i primi risultati, scrivono gli analisti, nelle lotte contro la politica dell’immigrazione del governo, che ha visto "l’adesione congiunta delle anime autonome e anarchiche" consentendo la nascita di comitati antirazzisti in cui convivono diverse anime. E una strategia che ha trovato conferme nelle lotte degli studenti.

Nell’ultimo periodo inoltre, è scritto nel documento, "è stata registrata una crescente attenzione del mondo antagonista per il clima di sofferenza sociale, conseguente al prolungarsi della crisi economica, individuato dai settori più radicali quale favorevole opportunità per riacquistare credibilità e consistenza". In questo senso, concludono gli analisti, "appaiano significati alcuni comunicati pubblicati in rete dalla ex ‘disobbedienza’, che auspicano la costruzione di un fronte comune più ampio possibile contro la crisi".

PROCESSO PER DIRETTISSIMA - Saranno processate per direttissima le 26 persone arrestate ieri con l'accusa, a vario titolo, di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Domani si terrà l’udienza durante cui il giudice monocratico deciderà se convalidare o meno gli arresti e se disporre misure cautelari o mettere gli arrestati in libertà. Gli arrestati hanno tra i 18 e i 37 anni e provengono non solo da Roma, ma anche dalla Toscana, Sardegna e Liguria. La Procura, intanto, sta verificando la dinamica degli scontri, se c’è stata o meno una qualche predeterminazione, soprattutto per quanta riguarda gli incendi.

UNA REGIA DIETRO GLI SCONTRI - "Ritengo che dietro le violenze di ieri ci sia stata una regia. Che qualcuno volesse creare incidenti è certo. Non si può venire a Roma con armi improprie, stracci intrisi di benzina, caschi e scudi: questo lascia pensare che qualcosa di preordinato ci fosse", ha detto, dal canto suo, il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.

Pecoraro ha spiegato che inizialmente tra i manifestanti, subito dopo il voto di fiducia ottenuto dal governo, c’era stato un equivoco nell’apprendere l’esito della votazione: "I manifestanti avevano inizialmente capito che era passata la sfiducia, poi hanno capito che era un equivoco e questo ha determinato un eccesso di nervosismo e rabbia".

ALEMANNO FA I CONTI - "I danni sono ingenti: si parla di circa 20 milioni di euro. Adesso faremo una verifica più attenta". A quantificare in termini economici il bilancio dei violenti scontri avvenuti ieri nella Capitale è il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Il primo cittadino ha ribadito che "il Comune di Roma si costituirà parte civile contro coloro che hanno provocato questi incidenti e questi danneggiamenti". "Non è accettabile - ha detto il sindaco - che siano la città e i cittadini, totalmente estranei ed innocenti, a pagare le conseguenze di queste proteste".

In effetti fra gli interventi sulla segnaletica e sul manto stradale e la rimozione dei veicoli incendiati dai manifestanti ieri nel centro è stata una notte di lavoro, quella appena trascorsa, per molte strutture del Comune di Roma.

Due nuclei della Polizia municipale, che operano presso il Gabinetto del sindaco, hanno coordinato le operazioni di ripristino dell’area compresa nel ‘Tridente’. In via del Babuino, via del Corso, piazza del Popolo e piazza San Marco gli interventi più importanti per restaurare la pavimentazione stradale, la segnaletica e l’arredo urbano. Durante l’operazione sono state sequestrate e rimosse 7 autovetture e 8 ciclomotori danneggiati e incendiati dai manifestanti.

Oltre ai danni materiali gli scontri che hanno messo a ferro e fuoco Roma hanno provocato un centinaio di feriti (una quarantina tra i manifestanti e una sessantina tra le forze dell'ordine) e decine di fermati.