Roma, 19 dicembre 2010 - Da domani riparte la protesta degli studenti medi e universitari contro il decreto Gelmini, e le parole del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, scatenano già da oggi una polemica infuocata: “Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara, qui ci vuole un Sette aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo”, afferma Gasparri. “Qui - osserva - serve una vasta e decisa azione preventiva. Si sa chi c’è dietro la violenza scoppiata a Roma. Tutti i centri sociali i cui nomi sono ben noti città per città. La sinistra, per coprire i violenti, ha mentito parlando di infiltrati. Bugie. Per non far vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza. Chi protesta in modo pacifico e democratico - conclude Gasparri - va diviso dai vasti gruppi di violenti criminali che costellano l’area della sinistra. Solo un deciso intervento può difendere l’Italia”.

DURA REAZIONE DEL PD - "E’ un irresponsabile che gioca con il fuoco. A fronte di un malessere sociale che necessiterebbe risposte politiche, la destra sa offrire assurde ricette poliziesche", ha dichiarato Andrea Orlando, responsabile giustizia dei democratici. "La proposta di Gasparri, a parte il trascurabile fatto che è contraria alla nostra Costituzione come il ‘garantista’ (per Dell’Utri e Cosentino) Gasparri dovrebbe sapere, avrà come effetto - ha aggiunto l’esponente del Pd - quello di far diventare agli occhi di un’intera generazione degli eroi, vittime della repressione, gli esponenti delle frange violente. Noi riteniamo che la polizia e la magistratura abbiano gli strumenti e le professionalità per fronteggiare i pericolosi fenomeni di violenza, che la politica e le forze sociali devono saper isolare senza l’esigenza di mettere in campo rigurgiti di stampo fascista".

VENDOLA (SEL)- Il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, bolla come “annuncio di fascismo” l’ipotesi di arresti preventivi avanzata dal presidente dei senatori del Pdl, dopo gli scontri della scorsa settimana. Intervistato da Lucia Annunziata a ‘In mezz’ora’, afferma: “Con la sua consueta finezza, Gasparri propone la riesumazione dell’arresto preventivo. E’ un annuncio di fascismo”. Vendola sottolinea il disagio dei ragazzi che sono andati in piazza il 14 dicembre. “E’ una generazione - spiega - che non ha niente da perdere, l’abbiamo vista a Londra, Parigi... E’ la generazione che i sociologi chiamano del ‘lavoro mai’. Avrà diritto di ribellarsi e protestare? Gasparri all’età di questi ragazzini aveva un’attitudine alla violenza teppistica che forse ha dimenticato”.

URSO (FLI) - Anche Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e Libertà, attacca: "Crediamo necessario che le autorità competenti smentiscano quanto invocato stamane dal senatore Gasparri e che il Pdl prenda ufficialmente le distanze dal suo capogruppo al Senato". Per Urso "è sbagliato soffiare sul fuoco e alimentare divisioni e contrapposizioni, anzi occorre agire insieme con responsabilità per evitare che la protesta degeneri in violenza, isolare i teppisti e punire in modo esemplare chi commette reati".

LA RUSSA MINIMIZZA- "Penso che Gasparri voglia dire che se ci sono delle responsabilità penali, non bisogna avere tolleranza per nessuno. Non credo proprio che invochi leggi speciali, lo conosco bene a Gasparri": così Ignazio La Russa, ministro della Difesa, commentà le dichiarazioni di Gasparri. La Russa non ha dubbi: "Bastano le leggi che ci sono, basta solo farle rispettare".

ALLARME DI D'ALEMA - La violenza "potrebbe diventare anche un modo per chi è al potere di rafforzare il proprio potere, è un gioco che abbiamo anche visto nel passato", oltre che essere la violenza "un interesse dei gruppi violenti" in sé, e dunque "bisogna stare molto attenti". Lo ha detto Massimo D’Alema, presidente del Copasir, intervistato questa sera da Fabio Fazio a 'Che tempo che fA' su Raitre.

Alla luce degli scontri dei giorni scorsi a Roma e di altri episodi, per D’Alema "ci sono ingredienti che preoccupano, perchè c’è disperazione sociale, un profondo senso di frustrazione nel mondo giovanile con cui bisognerebbe fare i conti molto seriamente. Ed è sbagliato che il governo non apra un buon dialogo con il mondo degli studenti. E poi c’e chi organizza la violenza, si muove in questa disperazione con un disegno lucido, di tipo eversivo". Per il presidente del Comitato parlamentare sui servizi segreti è una "situazione pericolosa" che "si affronta con gli strumenti della legge, ma anche dell’iniziativa politica".

DI PIETRO SUL 'DASPO' - “Daspo significa ‘Divieto di accedere alle manifestazioni sportive’. Farlo diventare Dapo, ‘Divieto di accedere alle manifestazioni politiche’, significa adottare una misura fascista che nessuno Stato democratico al mondo si sognerebbe neppure di immaginare”, scrive sul suo blog il leader dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "Sarebbe come - aggiunge - istituire la ‘Tessera del manifestante’ che presto diventerebbe la ‘Tessera del manifestante filogovernativo’. Non credo che la Corte costituzionale potrebbe mai sottoscrivere una disposizione che fa a cazzotti con lo spirito e con la forma della nostra Costituzione. Ma forse il governo di Berlusconi e La Russa vuole oggi sostituirsi anche alla Corte costituzionale. Si è già sostituito al Parlamento che, su una questione così vitale per la democrazia come il divieto di manifestare, non è stato nemmeno consultato". 

DA DOMANI NUOVE PROTESTE - Il via libera per il decreto Gelmini è previsto mercoledì. Gli studenti medi, riferisce la Rete degli Studenti, si mobiliteranno almeno fino a mercoledì, con "iniziative territoriali in tutte le città d’Italia, mobilitazioni simboliche e creative per rilanciare la protesta con pratiche diverse da quelle della violenza".

Sulla mobilitazione pesa l’ombra degli scontri del 14 dicembre a Roma, che gli studenti medi condannano: "Siamo contro la violenza, e il 14 in piazza c’erano gruppi organizzati che non c’entravano niente con gli studenti. Noi vogliamo fare proteste simboliche, anche a sorpresa: flash mob, i funerali simbolici della scuola, occupazioni di monumenti celebri, come nelle ultime settimane. E il 22 saremo in piazza con gli studenti universitari".

Proprio questi ultimi si stanno ancora interrogando, in lunghe assemblee, su come rilanciare la protesta. L’intenzione è quella di ‘bissare' il 22 (giorno del voto definitivo sulla riforma) la grande manifestazione del 14, ma percorso e modalità saranno definiti solo nell’assemblea convocata per lunedì pomeriggio a La Sapienza. La maggioranza dei manifestanti, comunque, non rinnega la drammatica giornata del 14: "C’era tanta rabbia ed esasperazione - spiega Luca di Uniriot - e forse invece di condannare o fare dietrologie ci si dovrebbe interrogare sui motivi di quello che è successo. Un servizio d’ordine per garantire la pacificità del corteo? Martedì scorso neanche quello della Fiom avrebbe fermato gli scontri: quando hai centinaia di persone che partono alla carica e migliaia dietro di loro che le applaudono, non c’è servizio d’ordine che tenga".

APPELLO DI SCHIFANI - Il presidente del Senato Renato Schifani lancia un appello agli studenti che manifesteranno nei prossimi giorni: “Mi auguro - dice - che le proteste, se ci saranno, si svolgano in piena democrazia, nel rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti. Quando invece la protesta diventa violenza, come quella cui abbiamo assistito giorni fa, ogni forza politica e ogni istituzione deve deprecare senza se e senza ma ogni gesto che vada al di là della normalità democratica”.

“Io - sottolinea Schifani - condanno fortemente la violenza di questi giorni, abbiamo visto scene di intolleranza che non vedevamo da tempo”. Parlando dell’approvazione definitiva del ddl Gelmini prevista entro mercoledì a palazzo Madama, Schifani aggiunge: “Certo sono giorni difficili quelli che vivremo al Senato ma sono convinto che all’interno dell’aula vi sarà grande senso di responsabilità se pur nel rispetto delle dialettiche. Mi auguro - conclude - che altrettanto facciano i giovani che andranno a protestare: ne hanno diritto, ma lo facciano con compostezza e nel rispetto delle regole”.