Roma, 22 dicembre 2010 - Dopo una giornata di ostruzionismo in Aula e le proteste degli studenti in piazza , in Senato si è proseguito le votazioni del ddl Gelmini fino all'art. 20, grazie alla proposta di mediazione della capogruppo del Pd Anna Finocchiaro. La conferenza dei capigruppo ha accolto la proposta di mediazione lanciata in aula dalla presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro e che ha visto la convergenza di tutti i gruppi parlamentari.
 

La seduta è così terminata alle 21, addirittura con un voto bipartisan, ''quasi unanime'', ha commentato Schifani, sull'articolo 20 che, come ha detto il senatore Ignazio Marino, è stato voluto dal Pd e riguarda la valutazione dei progetti di ricerca.
 

Domani, in un clima tornato disteso, si riprenderà l'esame degli ultimi nove articoli della legge e l'esame dell'articolo 6 che era stato accantonato dopo le polemiche di ieri sera. Si riprenderà dunque alle 9, mentre alle 15 sono previste le dichiarazioni di voti in diretta tv. Alle 16 ci sarà il voto finale sul ddl di riforma dell'università. Con i voti della maggioranza e del Fli, il ddl Gelmini diventerà legge.

GELMINI - "Credo ci siano le condizioni per approvare domani la riforma dell'Università". E' quanto annnuncia il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo telefonicamente a un incontro sul tema organizzato a Napoli dal Pdl. "C'è la massima compattezza - chiarisce Gelmini - di Pdl e Lega e il senso di responsabilità di Futuro e Libertà". "E' un provvedimento storico - ha aggiunto il ministro -, che archivia definitivamente il '68 e archivia la sinistra che non vuole riformare il Paese''. E sull'ostruzionismo di oggi in Senato: "Ha ragione Berlusconi, quando dice che i regolamenti parlarmentari adrebbero modificati, perché in questo modo ha più spazio l'opposizione per fare ostruzionismo che la maggioranza democraticamente eletta per far votare un provvedimento".

FINOCCHIARO -  "Il Governo ci accusa ora, con le parole del ministro Gelmini, di aver fatto ostruzionismo. Il loro obiettivo era imporci il silenzio e finire i lavori in tarda serata. Non ci sono riusciti. Ma forse il Ministro Gelmini non ha capito''. Lo afferma la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, rispondendo ad alcune dichiarazioni del ministro dell'Istruzione. ''La sua benedetta ignoranza dei regolamenti parlamentari, ma prima ancora dei diritti delle opposizioni in Parlamento, l'hanno portata a dichiarazioni aggressive e sconsiderate che ci hanno irritato. Ricordo alla Gelmini che niente è dato e che rimangono ampi spazi per l'opposizione anche al di la' dei tempi di approvazione stabiliti in Conferenza dei Capigruppo'', aggiunge. Il ministro Gelmini impari a rispettare avversari e impari a non sentirsi troppo forte".

OSTRUZIONISMO -  Dopo il mancato accordo sui tempi in conferenza dei capigruppo, Pd e Idv hanno ricominciato in modo sistematico a fare ostruzionismo sul ddl di riforma dell'università. L'aula del Senato ha ripreso l'esame e i senatori delle opposizioni non rinunciano a ricorrere ad ogni appiglio del regolamento per riuscire a rallentare ulteriormente l'andamento dei lavori. Tra gli escamotage, la richiesta del voto elettronico e della verifica del numero legale. Ma soprattutto la richiesta di interventi in dissenso dal proprio gruppo: il regolamento non pone limiti a questo tipo di interventi. Quindi, ogni senatore può chiedere la parola per esprimere il proprio dissenso con il proprio gruppo, parlando per almeno 1 o 2 minuti. In questo modo, sommando gli interventi personali sempre più numerosi, si registra una notevole perdita di tempo.  Le opposizioni insistono: il governo deve modificare l’art. 29 perché in conflitto con altre norme. Se così non sarà, Pd e IdV andranno avanti con le votazioni degli emendamenti e non danno nessuna garanzia sui tempi di approvazione del provvedimento. Maurizio Gasparri (Pdl) ha spiegato, quindi, che "si va avanti a oltranza: andremo avanti tutto oggi e se serve anche domani". Inoltre, ha escluso il voto di fiducia anche perché pure in questo caso il ddl dovrebbe tornare alla Camera.

STUDENTI RICEVUTI AL QUIRINALE -  "L'unico interlocutore che abbiamo finora avuto è stato il Presidente della Repubblica che ha in qualche modo preso atto delle nostre istanze". Così Luca Cafagna , uno degli studenti universitari che oggi hanno incontrato al Quirinale, Giorgio Napolitano, all'uscita dal colloquio durato poco più di un'ora con il Capo dello Stato. "Il Presidente ha fatto un atto importante - dice Cafagna - ha cercato in qualche modo di riconoscere che esiste un movimento che in questo momento non è stato ascoltato". Una delegazione di 12 studenti, tutti rappresentanti dei collettivi studenteschi della Sapienza di Roma, si è recata oggi  dal Capo dello Stato. In mattinata Napolitano si era infatti detto disposto a un incontro con gli studenti che, anche oggi, stavando protestando in tutta Italia contro il ddl Gelmini di riforma dell’università, in discussione al Senato.

 "Il Presidente ci ha ricordato le sue prerogative e ha detto che la cosa importante è aprire un dialogo" riferisce Fabio Gianfrancesco, uno degli studenti della delegazione. Gianfrancesco, spiegando che la delegazione di studenti ha "anche chiesto al presidente di valutare la possibilità di non firmare il ddl, pur sapendo cosa dice la Costituzione", spiega quindi che il Capo dello Stato di fronte alla richiesta degli studenti ha loro ricordato quali sono le prerogative del Capo dello Stato, ma che, riferisce ancora lo studente "gli piacerebbe poter prendere in esame direttamente le proposte alternative avanzate dagli studenti". E gli studenti, "soddisfatti" dell'incontro con il Capo dello Stato, "si sono impegnati" ad inviarle.

 

I CORTEI STUDENTESCHI

ROMA - Ma è anche il giorno della piazza: il clou, come sempre, sarà a Roma, messa a ferro e fuoco lo scorso 14 dicembre dalla contestazione studentesca. Stavolta, però, nella Capitale, la protesta assume toni diversi, anche perché gli studenti hanno capito che il ddl verrà approvato, proteste o non proteste: per le strade della capitale non sfila infatti il ‘solito’ corteo, il classico serpentone verso i palazzi delle istituzioni. Niente assalto alla zona rossa nonostante “il clima provocatorio avuto dalla Questura in questi giorni”, spiegano, tant’è che non è stato neanche avanzata alla Questura richiesta di autorizzazione a sfilare in centro. Lo slogan dei blitz di oggi è ‘liberi per la città’.

LA SAPIENZA WAKA WAKA - Cominicia con la canzone Waka Waka, con parole riadattate e lo slogan ‘Viva l’università libera e pubblica', la protesta degli studenti universitari che sfilano per le strade della capitale per protestare contro il ddl Gelmini. Gli universitari tengono a ribadire che oggi "non entreremo nella zona rossa", come già annunciato ieri. In campo per l’ordine pubblico in tutta la capitale sono scesi circa 2mila uomini fra tutte le forze di polizia.

Gli studenti verso le 13 hanno bloccato l’imbocco della Tangenziale dalla via Prenestina a Roma. Il corteo degli studenti della Sapienza ha poi sfilato sulla A24, la Roma-L’Aquila. I manifestanti diretti all’Università hanno fatto una deviazione del percorso ‘immettendosi’ sull’autostrada. I manifestanti dopo aver percorso via di Portonaccio a Roma, hanno ‘preso possesso’ di via Tiburtina in direzione centro.

PACCHI DONO - Una delegazione di studenti è partita dall’università La Sapienza alla volta della sede della Cgil in Corso d’Italia. I ragazzi hanno portato un pacco dono gigante per i dirigenti della sigla sindacale chiedendo in regalo, attraverso una letterina, la dichiarazione della sciopero generale.

Pacco dono anche per gli autisti dell’Atac. La consegna perché "sono loro le vittime di Parentopoli e dei raccomandati". Il pacco, bianco con fiocco rosso, e’ stato consegnato con un invito: "Scendete con noi in piazza a manifestare".

FONTANE ROSSE - L’acqua di un centinaio di fontane di piazze italiane colorate di rosso: è l’iniziativa annunciata per oggi da Lotta studentesca per protestare contro la riforma Gelmini. Lo rende noto il responsabile provinciale di Catania del movimento giovanile di Forza Nuova, Gatano Bonanno. "La nostra iniziativa - spiega - vuole stigmatizzare ciò che sta succedendo in questi istanti nelle stanze del potere italiano: verranno tagliati fondi alla scuola pubblica, un miliardo di euro solo per quest’anno, verrà distrutto il libero sapere e la ricerca delle universita’ per metterle in mano ad enti privati". A Catania sono tre le piazza interessate: quella della stazione centrale, quella davanti il Palazzo di giustizia e quella dello storico rione Fortino. Nel Catanese sono previste iniziative a Militello, Scordia e Caltagirone.

SOLIDARIETA' ALL'OPERAIO MORTO -  Infortunio mortale in un cantiere nei pressi della facoltà di Giurisprudenza dell’Università ‘La Sapienza', a Roma. Un operaio è morto dopo essere rimasto schiacciato da una ruspa, durante dei lavori edili. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia. La vittima è un tunisino di 35 anni e, in base ai primi accertamenti, l’incidente si è verificato a causa della rottura di un cingolo.

‘’Avevamo progettato altre iniziative di protesta contro il ddl Gelmini, ma a causa della morte dell’operaio all’interno della stessa citta’ universitaria abbiamo deciso di tornare alla Sapienza’’.

Gli studenti, dopo aver espresso solidarieta’ all’operaio deceduto stamattina all’università La Sapienza, si sono direttidirigendo verso la sede dell’ateneo per ‘indagare’ sull’accaduto e mostrare la loro vicinanza. Prima dello scioglimento del corteo, uno dei manifestanti ha ricordato che “domani ci sara’ il processo nei che confronti dei ventitre’ ragazzi arrestati il 14, coloro che hanno fatto una meravigliosa e sacrosanta protesta e risvegliato questo Paese”, annunciando che “l’appuntamento per chi vuole star loro vicino e’ alle 9 a piazzale Clodio, i giornalisti non saranno graditi...”.

TENSIONI LUNGO LO STIVALE - Circa un migliaio di studenti con caschi e book block, pannelli di polisterolo con disegnate le copertine di libri famosi, si sono scontrati con i poliziotti in tenuta anti sommossa cercando di entrare a palazzo d’Orleans sede della presidenza della Regione. Un gruppo di giovani, che faceva parte del corteo, ha lasciato palazzo d’Orleans e si è diretto in piazza della Vittoria, dove ha lanciato sassi e bottiglie contro il portone della Questura di Palermo.

Ma non sono mancati i momenti di tensione tra gli stessi gruppi di studenti. Dopo le numerose violenze davanti alla sede della Regione, il corteo ha raggiunto l’Università in viale delle Scienze. Durante il tragitto, un gruppo di manifestanti ha rovesciato a terra dei cassonetti dell’immondizia, immediatamente rialzati da un altro gruppo di studenti che hanno invitato i coetanei a desistere da questi atti violenti. Ma il primo gruppo ha nuovamente rovesciato a terra i cassonetti. Qualcuno è anche arrivato alle mani.

Scontri anche a Milano. Gli studenti, dopo un’assemblea all’interno dell’università Statale, sono partiti in corteo e hanno annunciato di voler arrivare in via Padova "loccando la circonvallazione interna ed esterna" In testa lo striscione 'Siamo tutti/e indisponibili, contro il profitto fiducia nel conflitto'. In piazza san Nazaro in Brolo ci sono stati alcuni scontri con le forze dell’ordine.

A Torino un gruppo di studenti ha bloccato per alcuni minuti l’ingresso della libreria Mondadori nel centro della città. Sulle vetrine del negozio è stato appeso lo striscione "questo Governo è fumo negli occhi" e sono state lanciate alcune uova ed è stato acceso un fumogeno. Un gruppo di alcune centinaia di studenti, appartenenti al gruppo degli "indipendenti", ha occupato per circa mezz’ora la Mole Antonelliana.

L’ala più estrema degli studenti, invece, ha concluso la sua manifestazione occupando il cortile del rettorato dell’università. Precedentemente si erano avuti attimi di tensione con le forze dell’ordine davanti alla sede provinciale del Popolo delle Libertà, dove si era verificato un lancio di ortaggi, pietre, petardi e bottiglie da cui gli agenti hanno dovuto ripararsi con gli scudi protettivi.

Napoli: vernice rossa contro l’ingresso su piazza Matteotti della sede della Questura, un fumogeno lanciato contro quella vicina della Provincia, petardi per strada. Ad aprire la manifestazione, che da piazza del Gesù si sta snodando verso il teatro di San Carlo e via Marina, lo striscione 'Il futuro vi assedia'. Tutti gli studenti nelle prime file indossano il casco e nel corteo ci sono striscioni che recitano 'Il casco ti salva la vita', 'Non ci rompete il casco'.

Ancona: alcuni studenti delle medie superiori hanno occupato la sala consiliare del Comune di Ancona e si sarebbero denudati. La manifestazione è durata alcuni minuti, poi i ragazzi hanno incontrato il sindaco Fiorello Gramillano e l’assessore all’istruzione Andrea Nobili.

Firenze: sfilata di colori per lanciare un messaggio contro la crisi. Così qualche decina di studenti universitari fiorentini, soprattutto della facoltà di Architettura, ha dato vita a un piccolo presidio in piazza Santa Croce per poi muovere in corteo, tra fischi e tamburi, alla volta di piazza Santissima Annunziata.

In testa lo striscione "Colori contro la crisi". Gli studenti, vestiti con abiti sgargianti, si sono truccati il viso di verde, bianco e blu. "Il problema non è solo la riforma Gelmini, ma un malcontento generale - dice Marco, studente di architettura, truccato come il Bianconiglio di Alice - c'è una crisi che coinvolge l'università ma anche i teatri, i musei e tutto il mondo della cultura".

Cagliari: gli studenti universitari e delle superiori hanno occupato per una decina di minuti i binari della stazione ferroviaria del capoluogo sardo. Un centinaio di manifestanti ha occupato le rotaie spostandosi da un binario all’altro. Poi si sono spostati nella vicina piazza del Carmine dove il corteo si è sciolto.

Venezia: una decina di studenti ha assediato la Prefettura di Venezia in barca, stazionando in Canal Grande. Il blitz è scattato nella tarda mattinata quando gli studenti, un trentina, hanno tentato di entrare in Prefettura. Scattate le misure di sicurezza i giovani sono rimasti però alla porta dove hanno appeso uno striscione con scritto "i parlamentari si comprano gli studenti no". Quindi hanno recuperato una barca e, in una decina, hanno tentato di entrare via acqua nel palazzo. Dopo un ‘duello’ con i motoscafi delle forze dell’ordine gli studenti hanno desistito, ma una loro delegazione è stata comunque fatta entrare per portare le ragioni della protesta al Prefetto.