Roma, 12 gennaio 2011 - A Casalabate, località marittima a nord di Lecce, una donna presa da un raptus, ha ucciso il marito a martellate, in casa, dopo una banale lite familiare. Poi per far sparire ogni traccia con l’aiuto di un familiare ha portato il corpo su una spiaggia e gli ha dato fuoco. Quindi si è recata dai carabinieri per presentare una finta denuncia sulla scomparsa dell’uomo.

Dopo un lungo interrogatorio condotto nella notte, alla presenza del magistrato della Procura di Lecce, i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Lecce hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto la moglie della vittima, Maria Grazia Greco, casalinga di 46 anni, che ha confessato di aver ucciso il marito, Antonio Ingrosso, 44 anni, titolare di una ditta di installazione di infissi a Torchiarolo.

La donna è accusata di omicidio volontario e, in concorso con il familiare indagato a piede libero, di occultamento e vilipendio di cadavere.

Il delitto si è consumato lo scorso 7 gennaio e nello stesso giorno la donna aveva sporto denuncia ai carabinieri di Brindisi sulla scomparsa del marito. Il giorno dopo era stato ritrovato il corpo semi-carbonizzato: inizialmente si pensava una vendetta nei confronti dell’uomo per una sua perdita al gioco o per usura.

Ad incastrare la donna sono state le indagini ‘classiche’ condotte dai carabinieri, attraverso interrogatori di testimoni che hanno smentito la donna, servizi di pedinamento e osservazione sui movimenti dei familiari e riscontri scientifici. Al momento del delitto la figlia dei due, di 25 anni, non era in casa. La donna si trova ora rinchiusa nel carcere femminile di Lecce.