Milano, 12 gennaio 2011 - "Mandiamo i bamboccioni fuori casa". Il 3 ottobre 2007, l'allora ministro dell'economia Tommaso Padoa Schioppa, recentemente scomparso, coniò un'espressione che sarebbe rimasta celebre negli anni a venire.

In questi giorni, la polemica sullo stile di vita dei giovani al tempo della crisi tiene banco sui principali quotidiani italiani: "Ragazzi che preferiscono tranquillamente stare in casa, che non si danno da fare per trovare lavoro, che non vogliono sacrificarsi per avere un minimo di autonomia", scrive Stefano Zecchi su 'il Giornale' del 12 gennaio. Sarà vero? Noi, scansando le polemiche, ascoltiamo la storia di Elisa e Walt.

I due, entrambi milanesi e ventiseienni, da tempo hanno stracciato le sottane di mamma e vorrebbero convolare a nozze: lei è impiegata e nel fine settimana anche barista per arrotondare; lui scrive la tesi in economia e lavora nello stesso locale della fidanzata. Hanno appena comprato casa e stanno pagando il mutuo. Sembra la versione anno 2011 della favola del 'due cuori e una capanna', il trionfo dell'emancipazione precoce, il tuffo verso la vita adulta.

Peccato che in questo caso non c'è lieto fine: mancano i soldi per le nozze. Milano è la città più cara d'Italia e un matrimonio può costare anche 15.000 euro tra banchetti, torte, servizi fotografici, vestiti da sposa, bomboniere e noleggi d'auto.

Che fare? Due settimane fa Elisa apre un blog (misposoconlosponsor.blogspot.com) e chiede uno sponsor per le sue nozze. In pochi giorni riceve più di 800 visite sul suo sito web: le mandano decine di mail, la chiamano due quotidiani locali e una televisione.

"L'idea mi è venuta curiosando su Google. Ho scoperto che il fenomeno è nato negli Stati Uniti qualche anno fa e si è poi diffuso anche in Europa. In Italia sono pochi quelli che scelgono di sposarsi con lo sponsor, per lo più gli abitanti di piccoli paesini dove ci si conosce tutti e dove il senso di comunità è forte: è più facile trovare il commerciante che decide di farti uno sconto in questi contesti. Non mi aspettavo una risposta del genere in una metropoli come Milano".

Elisa ha tante idee per sposarsi: "Potremmo attaccare degli adesivi col nome dell'autonoleggio sulla nostra macchina e su quelle degli amici che ci seguiranno. Oppure far stampare uno striscione. Ho già trovato una pasticceria disposta a farci degli sconti sulla torta..."

E aggiunge: "Noi non pretendiamo di fare le cose in grande, non ci interessa il superfluo. Solo vogliamo sposarci e coronare il nostro sogno. In cambio offriamo pubblicità ai nostri sponsor".

Mancano pochi mesi al lieto evento, che dovrebbe celebrarsi con il rito civile nel prossimo giugno. "Non sappiamo ancora la data precisa, perchè nel mio comune ci saranno le elezioni e gli impiegati non ci sanno ancora dire quando la saletta da trenta persone adibita per l'occasione sarà a disposizione", conclude Elisa.

Intanto prosegue la ricerca degli sponsor e si moltiplicano i post sul blog della coppia. Riusciranno Elisa e Walt ad iniziare la loro vita da adulti? La definizione di 'bamboccioni', in questo caso, non calza per niente.