Bologna, 20 gennaio 2011 - SETTANTA minuti senza battito cardiaco. Poi, solo grazie all’insistenza degli infermieri (e al massaggio cardiaco di una specializzanda) Laura, 31 anni, si riprende. La tiene in vita l’ipotermia, un particolare protocollo che prevede l’abbassamento della temperatura corporea per cercare di salvare chi ha avuto un arresto cardiaco. Ma la situazione resta disperata e i medici non lasciano scampo ai familiari: la probabilità di sopravvivenza, anche passate quelle 24 ore di ipotermia, è bassissima. Sono stati eterni, quei 70 minuti senza battito. Invece no: Laura, bolognese, riapre gli occhi. Si sveglia: «Cosa ci faccio qui?», dice ai familiari che le stanno accanto al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi.

«QUANTO avvenuto è sicuramente un fatto straordinario — spiega il professor Gianfranco Di Nino, direttore dell’Anestesia e Terapia intensiva polivalente —. Per quella donna c’erano pochissime speranze». E allora cos’è accaduto? «E’ il risultato di una bella catena nel soccorso — racconta — .A cominciare dalla componente infermieristica e dalla dottoressa che ha massaggiato la donna. Poi abbiamo subito deciso di optare per l’ipotermia, un protocollo che può dare buoni risultati e, una volta arrivati in pronto soccorso, la paziente è stata prontamente accompagnata nella Terapia intensiva polivalente». Di Nino non ha dubbi: «Se siamo riusciti a salvare la 31enne, è stato per il contatto rapido che abbiamo preso con il pronto soccorso e per la scelta terapeutica effettuata, a partire dall’ambulanza — chiude il professore — .Stare per più di un’ora senza battito e poi riuscire a riprendersi è un fatto davvero non usuale, abbastanza straordinario».

Laura ha accusato il malore venerdì scorso, mentre era al lavoro. Sabato sera sembrava che tutto fosse perduto, ma domenica mattina ai familiari è giunta la più sorprendente di tutte le telefonate: «Aspettavo che mi dicessero che era morta, ero a pezzi — racconta con la voce spezzata dall’emozione Matteo Sacco, il fidanzato —. E invece è arrivata la notizia più bella di tutta la mia vita. Sono al settimo cielo, ringrazio chi ha aiutato la mia Laura». Matteo spalanca un sorriso: «Grazie a questo miracoloso intervento d’urgenza e ai medici potrò sposarla. La mia storia è finita, nella disgrazia, in maniera positiva: spero possa portare speranza a chi viene colpito da queste tragedie».

ORA PERÒ Laura deve riprendersi completamente. I medici diretti dal professor Di Nino la tengono ancora ricoverata in Terapia Intensiva. «Il suo recupero è ottimo, con funzionalità del cervello e del cuore intatte — racconta Matteo — .E’ chiaro, però, che siamo solo all’inizio, aspettiamo tutti gli esami e serviranno alcune settimane prima di poter gioire definitivamente». Per i medici, tra uno o due mesi Laura e Matteo potrebbero già trovarsi davanti all’altare.