Roma, 25 gennaio 2011 - Graduatorie si, graduatorie no. "E fatte 'sta pizza", direbbe una nota pubblicità. All'Agenzia delle Entrate attendono di sapere chi coprirà i nuovi incarichi dirigenziali. Tutte le persone che speravano nel definitivo rinvio dei termini, riguardo l'efficacia delle graduatorie delle annose procedure concorsuali interessate, devono però ammainare il vessillo della riscossa: il milleproroghe ha cancellato l'articolo in questione. Eppure qualcuno ci aveva anche titolato.

E' il caso del quotidiano economico 'Italia Oggi', che il 22 dicembre del 2010 a pag. 29 era uscito con pezzo dal titolo 'Concorsi p.a., la speranza continua'. E in effetti avevano ragione, perché gli autori si basavano su un articolo del decreto milleproroghe che posticipava l'efficacia delle graduatorie fino al 31 dicembre del 2011. Tutto corretto. Peccato però che, dal decreto legge 29 dicembre 2010 n.225 (il milleproroghe), sia stato repentinamente cancellato l'art. 4. Quello che prorogava i termini delle graduatorie.

“E' un fatto curioso che non può non far pensare – dice Pietro Paolo Boiano, segretario nazionale della DIRSTAT -. La notizia giornalistica è particolarmente precisa e desta i sospetti del caso. Infatti, considerando il blocco delle assunzioni, lo scorrimento delle graduatorie ancora valide avrebbe consentito di nominare dirigenti in maniera legittima. E invece la cancellazione di quell'articolo dal milleproroghe lascia tutto come prima. E' stata persa una grande occasione. E si continua ad andare contro i principi dello Stato di diritto”.

Boiano è infatti preoccupato per il futuro lavorativo di molti bravi funzionari: “Allo stato si continuerà con i soliti sistemi poco trasparenti e molto discutibili conferendo incarichi dirigenziali a volte anche senza il prescritto titolo di studio (diploma di laurea). Ciò che fa rimanere tra l'attonito ed il meravigliato e che gli idonei vale a dire coloro i quali hanno comunque superato una prova selettiva restano fuori a vantaggio di chi da impiegato si trova dirigente”. E alcuni funzionari dell'agenzia delle entrate, ad esempio, evidenziano una pratica paradossale: “Devono firmare i propri atti senza anteporre il titolo accademico Questa è una nuova, assurda anomalia che sta nascendo dentro la pubblica amministrazione italiana”.