Palermo, 3 febbraio 2011 - Dopo 43 anni di latitanza, Bernardo Provenzano, in carcere dall’aprile del 2006, vorrebbe già uscire. Ovviamente per motivi di salute. Una speranza che, sulla carta, è molto difficile che venga assecondata e così il superboss corleonese presenta una richiesta che comunque potrebbe consentirgli di vivere meglio in carcere, con un’assistenza specialistica e fuori dai rigori del 41 bis.

L’ex latitante di mafia più duraturo di tutti i tempi, 78 anni compiuti lo scorso 30 gennaio, per i suoi malanni ha chiesto e ottenuto l’esecuzione di una perizia medica per accertare la compatibilità delle sue condizioni di salute con la permanenza in carcere. Il boss è risultato affetto da "sindrome parkinsoniana" e nelle scorse settimane è stato colpito anche da un’ischemia.

I tre medici che lo hanno già visitato, i dirigenti della Medicina legale dell’università di Ferrara, Francesco Avato, della Neurologia dell’Università di Pavia, Giuseppe Micieli, e dell’Urologia del San Raffaele di Milano, Francesco Montorsi, hanno sostenuto che è necessario un ulteriore approfondimento, affidato ieri dalla Corte d’appello di Palermo a Oscar Alabiso, primario di Oncologia dell’azienda ospedaliera Maggiore della Carità di Novara, la città nel cui supercarcere 'Binu' è detenuto.

Il medico avrà un mese di tempo per valutare la recidiva del tumore alla prostata, operata nel 2003 a Marsiglia, quando Provenzano era latitante e riuscì a farsi beffe dei suoi cacciatori, andando due volte in Francia e facendosi pure pagare l’intervento dalla Regione.