Roma, 8 febbraio 2011 - Sono stati iscritti nel registro degli indagati, per abbandono di minori, i genitori dei quattro bimbi rom morti a Roma nell’incendio scoppiato domenica sera in un accampamento abusivo nei pressi di via Appia Nuova. A procedere alle iscrizioni è stato il pm Maria Cristina Palaia, titolare degli accertamenti.

Al vaglio del magistrato c'è anche la posizione della sorella maggiore dei bimbi alla quale, sembra, fosse stata affidata la custodia dei quattro fratellini e che al momento dell’incendio si era allontanata per procurarsi dell’acqua.

I GENITORI: "NON E' STATO UN INCIDENTE" - "Sono indagata? Se vogliono che vada in galera sono pronta ad andarci. Cosa devo fare? Uccidermi? Mi ero allontanata solo per dieci minuti. I bambini dormivano, non erano soli perché nella baracca di fronte c’erano i miei cognati. Sono sicura che quando sono uscita non avevo lasciato nessuna candela accesa", ha detto in lacrime dalla madre dei bimbi morti, che è tornata sul luogo per accendere dei ceri e pregare.

La donna non crede a una tragica fatalità. "Non credo a un incidente. Ho chiesto alla polizia di indagare e rinnovo il mio appello agli investigatori: voglio la verità - ha aggiunto -. Il braciere era fuori, distante dalla baracca e le candele all’interno erano spente, non le avrei mai lasciate accese. Quando rientrerò in Italia contatterò un avvocato per una denuncia contro ignoti".

SCONTRO ALEMANNO-VIMINALE - Sul fronte politico intanto è polemica tra il sindaco della Capitale e il Viminale. Dal ministero dell'Interno si sottolinea la "sorpresa" per la lettera di Gianni Alemanno e e dal prefetto Giuseppe Pecoraro per chiedere modifiche e deroghe dei poteri commissariali per costruire nuovi campi su aree protette da vincoli archeologici e urbanistici e, soprattutto, sollecitare lo stanziamento di altri fondi per l’emergenza.

Il sindaco chiede altri 30 milioni per l'emergenza nomadi, ma al ministero dell'Interno ricordano che il Viminale ha già stanziato complessivamente 60 milioni di euro per l'emergenza in cinque regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte). Al Lazio ne sono andati un terzo (20 milioni circa), ai quali vanno aggiunti altri 12 milioni concessi da Comune e Regione, per un totale di 32 milioni di euro.

La sorpresa al Viminale - oltre che per aver appreso della lettera dalla stampa - è data dal fatto che il piano nomadi di Roma è stato approvato e finanziato da tempo e nelle numerose riunioni svolte nei mesi successivi all'approvazione, dalla Capitale, fino a ieri, non era stata segnalata alcuna nuova esigenza. La richiesta al ministero appare quindi "immotivata" e, comunque, contenendo domande di deroghe importanti, come quelle ai vincoli archeologici, andrebbe girata a Palazzo Chigi.

Il dicastero si è invece detto disponibile ad adoperarsi presso i vigili del fuoco e la protezione civile per approntare le tendopoli per alloggiare i nomadi che ora vivono nei micro-insediamenti e che saranno sgomberati.

"Chiederò un incontro urgente al ministro Maroni, perché non si può pensare di far finta di niente di fronte a un problema che è sotto gli occhi di tutti”, ha risposto subito con una il sindaco di Roma: "Non concedere nuove risorse al Lazio per l'attuazione del Piano nomadi - ha detto Alemanno - significa non voler risolvere la questione e continuare ad alimentare l`emergenza. Ci vuole chiarezza sulle assunzioni di responsabilità". Anche Giorgio Ciardi, delegato alla sicurezza di Roma Capitale, ha spiegato che "l’emergenza nomadi non può pesare solo sulle spalle dei sindaci e delle amministrazioni. Serve l’aiuto del governo".

E mentre il Partito democratico di Roma parla di un Alemanno "modesto, privo di qualsiasi credibilità istituzionale" e "scaricato dal ministro dell’Interno", la capitalesi prepara a vivere il lutto cittadino per ricordare la morte dei quattro piccoli rom.