Propriano (Corsica), 11 febbraio 2011 - Matthias Scheep, padre delle due gemelline Alessia e Livia di cui sono perse le tracce da una settimana, avrebbe esplicitamente scritto di "avere ucciso" le due figlie in una lettera del 3 febbraio scorso. Sempre nella stessa lettera l’uomo anticipa anche l’intenzione di togliersi la vita.

La missiva è la stessa di cui ieri erano state diffuse alcune frasi ("le bambine riposano in pace, non hanno sofferto") che non lascerebbero speranze sulla sorte delle due sorelline.

"Gli inquirenti della polizia cantonale - dice un comunicato - hanno potuto ottenere otto lettere inviate dal padre delle gemelle da Bari”. Sette di queste lettere contenevano del denaro. Nell’ottava, scritta proprio il giorno del suicidio, il padre "dichiara di aver ucciso le due bambine, di trovarsi a Cerignola e di avere intenzione di suicidarsi”. Un portavoce della polizia cantale ha aggiunto che i corpi delle due bambine "dovrebbero presumibilmente trovarsi in Corsica”.

In entrambe le lettere inviate da Matthias Schepp alla moglie Irina non ci sarebbero indicazioni utili per il ritrovamento di Alessia e Livia. Lo si apprende da fonti investigative secondo le quali le due missive contengono una serie di parole di un "uomo disperato". Un elemento, quest’ultimo, che troverebbe ulteriore conferma nella missiva inviata da Tolone: alla moglie Irina, infatti, l’uomo avrebbe scritto di esser stanco della vita. "Sarò l’ultimo a morire, ho già fatto morire le bambine, non hanno sofferto e ora riposano in un luogo tranquillo": così avrebbe scritto Matthias Schepp, secondo quanto apprende l’Ansa dalla famiglia. Nella frase, l’avverbio "non" è scritto in maiuscolo ed è sottolineato. Il resto del testo, contenuto in una pagina scritta a penna, è un lungo 'mea culpa' dell’uomo.

Secondo il quotidiano Le Parisien la notizia non era stata divulgata prima "per non scoraggiare eventuali testimoni a collaborare per ritrovare le due bambine".

L'AFFIDAMENTO - Dopo la rottura del matrimonio, Matthias Schepp voleva a tutti i costi l’affidamento delle figlie Livia e Alessia, e il fatto di non averlo ottenuto potrebbe essere stato alla base del tragico epilogo. Il particolare emergerebbe dalla cartolina che l’uomo ha spedito alla moglie il 31 gennaio scorso da Marsiglia. "Senza l’affidamento non ce la faccio" è il senso del testo della cartolina, secondo quanto riferito da una fonte vicina alla famiglia Lucidi.

LA MAMMA SPERA - "Malgrado le brutte notizie che ho ricevuto, il mio cuore di mamma sente che le mie figlie sono vive. Vi prego, continuate a cercare Livia e Alessia". E’ quanto ha dichiarato Irina Lucidi. "Continuate a cercare - ha ripetuto la donna - non può essere che le mie gemelline siano morte".

LA TESTIMONE - Secondo Olga Orneck, una donna residente a Propriano, in Corsica, le due gemelle scomparse erano in compagnia del padre e di una misteriosa signora bionda a passeggio per Propriano martedì primo febbraio verso le 9.30. I quattro sarebbero stati visti camminare nel piccolo centro di Propriano, a 70 chilometri da Ajaccio, dove secondo la ricostruzione degli inquirenti è sbarcato l’ingegnere svizzero suicida a Cerignola (Foggia) il 3 febbraio scorso.

"Sono sicurissima che erano loro - ha detto la Orneck - Le due piccole stavano mangiando un croissant mentre l’uomo e la donna bionda discutevano". La Orneck, che ha fornito alla polizia giudiziaria una descrizione delle due bambine e dell’uomo particolarmente accurata, ha detto che le due gemelle erano serene, così come il padre, e ha fornito una descrizione degli abiti delle bambine che corrisponderebbe a quella fornita dalla madre delle bambine. La polizia ha assunto a verbale la testimonianza e ha raccolto la descrizione della donna bionda, la cui presenza sarebbe stata citata in un’altra testimonianza.
 

LE RICERCHE La polizia, intanto, ha ricostruito il viaggio dell'uomo, gettatosi sotto un treno a Cerignola (Foggia), e calcolato che avrebbe avuto circa 15 ore di tempo per "liberarsi" delle gemelline di sei anni. Schepp, infatti, è sbarcato a Priopriano dal traghetto Scandola con le bimbe ancora vive per poi ricomparire dopo alcune ore, verso le 8 di sera, da solo all’imbarco dei traghetti di Bastia. Il 43enne svizzero ha acquistato un biglietto di sola andata per Tolone e ha effettivamente, come dicono le testimonianze, compiuto il tragitto.

E, in Corsica, sono riprese le ricerche delle due bambine. Squadre della Polizia Giudiziaria di Marsiglia e della Gendarmerie di Ajaccio e Propriano sono impegnate nell’area vicino al porto di Propriano che nella zona della piana orientale della Corsica fino a Corbara e nella zona di Cap Corse dove più persone hanno detto di aver visto l’uomo. Ma perlustrazioni sono in corso anche a Cerignola, in particolare nella zona immediatamente a ridosso della stazione dove l’uomo si è suicidato.

LA FAMIGLIA DI MATTHIAS - Per la prima volta, attraverso un comunicato stampa, si è espressa anche la famiglia di Matthias Schepp, dicednosi convinta che solo "un disturbo mentale grave" può essere la causa di atti tanto efferati da parte del padre delle due gemelline svizzere scomparse.

I genitori e i fratelli di dell'uomo affermano di provare "inquietudine e costernazione" per quanto accaduto. "Siamo tutti d’accordo e persuasi che nostro figlio e fratello abbia potuto compiere ultimamente atti tanto terribili unicamente a causa di un disturbo mentale grave e della perdita della sua personalità normale", scrive la famiglia inviato da Ettingen (cantone di Basilea).

"Lo abbiamo sempre conosciuto come padre amorevole e attento, nonché come uomo rispettoso. E’ così che vogliamo ricordarlo. La sua famiglia era tutto per lui", afferma il comunicato citato dall’agenzia di stampa elvetica Ats. "Abbiamo sofferto molto a causa della sua morte e della sorte terribile e incerta delle nostre due nipoti", continua. La famiglia chiede ai media il rispetto della propria privacy.