Lampedusa, 7 marzo 2011 - Altri due sbarchi nel pomeriggio a Lampedusa: due ‘carrette del mare', con a bordo, secondo fonti della Guardia di finanza, 39 e 136 immigrati. Approdi che fanno salire a circa 1400 gli stranieri giunti dalla scorsa notte a bordo di 15 carrette del mare. Sono 1.302 al momento gli ospiti nel centro di accoglienza dell’isola, oltre dunque la capienza massima. Resta in moto, comunque, la macchina dei trasferimenti. Ma sarà un’altra lunga notte. È scattata, infatti, l’allerta per sette barconi: "cinque sicuri e due possibili", spiegano ancora fonti delle Fiamme gialle, che aggiungono come i natanti navighino ancora in acque non italiane, ma in avvicinamento verso Lampedusa.

Curiosa la storia, raccontata da alcune fonti a Lampedusa, secondo cui tra gli immigrati a bordo delle ultime imbarcazioni c’erano anche una donna tedesca e la sua figlioletta. In base a una prima ricostruzione, la straniera aveva una relazione con un tunisino da cui è nata la piccola. I due, poi, si erano separati: mentre il tribunale tunisino avrebbe affidato la bimba al padre, quello tedesco avrebbe dato ragione alla madre. Così, quest’ultima sarebbe tornata in Tunisia a riprendersi la figlia e per tornare in Europa è salita su un barcone giunto oggi pomeriggio a Lampedusa.

Inizia a svuotarsi, intanto, il centro di accoglienza di Lampedusa, che in poche ore tra la scorsa notte e questa mattina è stato nuovamente saturato. In mattinata sono stati trasferiti 174 stranieri. Cento di loro sono stati imbarcati su un volo, destinati a Crotone, mentre altri 74 sono stati messi a bordo del traghetto di linea diretto a Porto Empedocle (Agrigento).

"La cosa che mi preoccupa di più è che abbiamo notizia che nei porti meridionali della Tunisia sono riapparse quelle organizzazioni criminali che operavano prima in Libia e che facevano partire da lì i clandestini", ha detto Roberto Maroni che poi ha aggiunto: "gli sbarchi di questa notte dimostrano che l’allarme che abbiamo lanciato era assolutamente fondato". Il ministro dell’Interno ha poi lanciato un appello alla diplomazia internazionale: "Occorre un contingente di forze di sicurezza, un impegno maggiore da parte dell’Ue - ha osservato - noi siamo pronti a fare quello che abbiamo fatto in Albania all’inizio degli anni ‘90, ma da soli non possiamo farcela".