Roma, 9 aprile 2011 - Un tricolore di 60 metri, decine di striscioni, bandiere e uno slogan comune 'Il nostro tempo è adesso: la vita non aspetta'. Eccolo il popolo dei precari che si è dato appuntamento a Roma per la giornata nazionale di mobilitazione a cui hanno aderito associazioni, reti sociali, sconosciuti e personaggi famosi (Ascanio Celestini, Dario Vergassola, Dario Fo, Margherita Hack, Sabina Guzzanti, Subsonica, per citarne alcuni).

Da quelli della scuola a quelli di Alitalia e Rai, dai vincitori di concorso pubblico mai assunti ai giornalisti, dai ricercatori agli studenti: in migliaia hanno aderito alla 'street parade' da Piazza della Repubblica al Colosseo. Ma, se l'epicentro è stata sicuramente la manifestazione nella Capitale, iniziative simili sono state programmate in oltre 40 città italiane e in due città estere (Bruxelles e Washington). 

A Napoli, ad esempio, si sono ritrovati in cinquemila (tra cui anche disoccupati e gli operai della Fiat di Pomigliano) a sfilare da piazza Mancini a piazza del Gesù Nuovo. Più contenute le partecipazioni a Milano e Genova (alcune centinaia di giovani). Flash-mob a Firenze in piazza Santo Spirito, dove un gruppo di 300 persone ha simbolicamente 'abbattuto' il muro del precariato. A Macerata sigillata sede di un'agenzia interinale. E a Bologna protestano anche le mamme.

Una serie di piccoli blitz dimostrativi hanno caratterizzato anche il corteo romano. Il più eclatante quello di un gruppo di manifestanti che, giunti, in piazza dell’Esquilino, hanno montato tende da campeggio per protestare contro l’assenza di politiche di sostegno e welfare nei confronti dei giovani. Un'installazione-flash mob intitolata 'Chi non ha casa in-tenda'.

Tra i partecipanti anche il segretario della Cigl, che in mattinata ha presenziato alla manifestazione di Ancona, e il presidente del Partito Democratico, Rosy Bindi.

UN ESERCITO DI 4 MILIONI - Secondo i dati diffusi dalla Cgia di Mestre i precari in Italia sono un esercito di quasi quattro milioni di persone e oltre la metà sono al centro-Sud (il 56%), guadagnando un quarto in meno rispetto a quanto prende chi è stabile. Un universo composto da lavoratori dipendenti a tempo determinato involontari, lavoratori part-time involontari, collaboratori e partite Iva con tre vincoli (mono committenza, rispetto di orari di lavoro prefissati, effettuazione delle prestazioni lavorative prevalentemente o esclusivamente nel sito del committente).

Tra il 2008 (inizio della crisi economica) ed il 2010 sono aumentati del 4%. Questi lavoratori sono concentrati soprattutto nel settore della ristorazione, degli alberghi e nei servizi pubblici e sociali. Oltre il 38% ha solo la licenza media e tra gli under 35 il livello retributivo mensile netto è di 1.068 euro. Questo importo è inferiore del 25,3% rispetto a quanto percepisce un lavoratore che svolge le stesse mansioni assunto, però, con un contratto a tempo indeterminato.