Roma, 10 aprile 2011 - Silvio Berlusconi e Franco Frattini puntavano molto sull’estensione dell’articolo 5 della direttiva 55, sulla possibilità di concedere la protezione temporanea per un anno agli immigrati e dar loro per un anno lo status dei rifugiati. La proposta già non convinceva Roberto Maroni, visto che il ministro del’Interno - rivelano fonti parlamentari - temeva che gli extracomunitari potessero stazionare in ogni caso a lungo nel nostro Paese.

Ora che la Commissaria europea Cecilia Malmstrom ha di fatto bocciato tutte le strade studiate dall’esecutivo si apre un vero e proprio contenzioso tra l’Italia e Bruxelles. Tanto che il governo, riferiscono fonti ministeriali, potrebbe chiedere nei prossimi giorni la convocazione di un Consiglio straordinario della Ue, visto che la prossima riunione è previsto solo a giugno.

Domani è previsto il Consiglio dei ministri degli Affari interni e della Giustizia (parteciperanno Maroni e Alfano) e un Cae, un Consiglio Affari Esteri: la posizione di Bruxelles viene considerata all’interno del governo italiano "come incomprensibile". Già il presidente del Consiglio ieri aveva rimarcato come "se l’Europa non è concreta è meglio dividersi". L’Italia è disposta anche alla rottura per ribadire che il problema immigrazione va risolto politicamente in sede Ue. "Sarebbe la fine dell’integrazione che noi vogliamo", dice il responsabile della Farnesina, Franco Frattini.

Domani mattina tutta la delegazione del Pdl nel Ppe cercherà di far pressione sulla Commissione e sulla presidenza ungherese. Il capo delegazione, Mario Mauro, incontrerà il responsabile della presidenza ungherese, il ministro Gyori. "Non è la prima volta che la Ue - spiega Mauro - si trova ad affrontare una situazione simile, in quel caso di fronte alle decine di migliaia di cittadini dell’est in fuga dall’implosione dei regimi comunisti l’Europa scelse la strada della risposta politica e non dei cavilli burocratici. Arrivammo - aggiunge l’ esponente del Pdl - ad una integrazione dei Paesi ex comunisti, spero che anche in questo caso arriveremo a porci il problema di una politica europea".

LO STOP DELLA MALMSTROM - Il decreto firmato giovedì da Berlusconi non fa scattare "automaticamente" la libera circolazione nell’area Schengen. Così la Commissaria europea Cecilia Malmstrom, in una lettera preparata venerdì scorso ed inviata al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Nella missiva, di cui l’Ansa è venuta in possesso, si sottolinea anche che, "al momento", "non sussistono le condizioni" per attivare la direttiva 55 del 2001 sulla 'protezione temporanea'.

Comunque Bruxelles ribadisce che l’immigrazione è un problema comune europeo, anche se non vuole commentare le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi. "Non commentiamo le parole del premier italiano - ha detto all’AdnKronos un portavoce della Commissione europea Cezary Lewanowicz - ma ribadiamo fortemente che i flussi migratori provenienti dal Nordafrica sono comune responsabilità dell’Europa, non solo dei Paesi del Mediterraneo, ma di tutti quanti". Per questa ragione, secondo il portavoce, "serve che l’Europa parli con una sola voce" sulla questione.

IL VIMINALE - Non c’è "nulla di nuovo" nella lettera. Lo rilevano fonti del Viminale, secondo le quali il fatto che il permesso temporaneo di soggiorno concesso dall’Italia non faccia scattare automaticamente la libera circolazione nell’area Schengen, spiegano al Viminale, "è cosa nota, perché devono anche essere rispettate una serie di condizioni previste dal Trattato che per noi, in questo caso, sono rispettate".

Quanto al fatto che non ci sono le condizioni per attuare la direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea, al Ministero fanno notare che lo stesso Maroni giovedì scorso in Parlamento aveva riconosciuto che diversi Paesi erano contrari.

I RIBELLI LIBICI - "Con l’Italia e con il resto del mondo ci impegniamo a combattere l’immigrazione clandestina, un’emergenza che vede il vostro Paese in prima linea. Ma vorremmo anche che l’Italia ci desse una mano nell’affrontare tutto questo, aiutandoci a proteggere le nostre frontiere". Lo ha detto Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale transitorio libico di Bengasi, in un’intervista al Gr Rai.

LAMPEDUSA: STAGIONE A RISCHIO -L’assessore al turismo di Lampedusa, Pietro Busetta, lancia l'allarme, temendo che i tanti sbarchi compromettano definitivamente l'arrivo dei vacanzieri estivi. "Speriamo che l’ottimismo del Ministro Brambilla sia confermato dai fatti- dice - . Noi siamo molto meno fiduciosi che la stagione si possa salvare anche se vorremmo avere torto. Fin quando il messaggio trasmesso sarà quello degli sbarchi sull’isola sarà difficile che ricomincino ad arrivare le prenotazioni per l’estate".

"Per ora - prosegue - gli operatori mi dicono che arrivano solo disdette e raccolgo le preoccupazioni di chi sperava negli anticipi versati per la stagione 2011 per pagare i debiti accumulati in inverno per gli investimenti fatti. Per rendersi conto della gravita’ del problema basta peraltro sentire i tour operator che sono in dubbio se annullare i charter estivi".

Per quanto attiene ai numeri l’assessore ricorda al ministro "che oltre ai 2 mila posti letto nelle strutture alberghiere ve ne sono 4 mila nelle case private che portano le presenze complessive dell’isola in una stagione a circa 700-800 mila presenze". L’amministrazione sollecita "la trasmissione di spot pubblicitari ad hoc per spiegare che il fenomeno immigrazione e’ ormai riportato alla normalità".

"Qualcuno - conclude Busetta - afferma che la stagione turistica di Lampedusa è già iniziata con gli alberghi pieni di militari, ma in ogni caso non è questo il tipo di turismo che l’isola vuole. Noi vogliamo il turismo vero della gente che passeggia, spende, gira per l’isola, affitta motorini, macchine e barche, che compra souvenir, va al ristorante non a prezzo fissato dal ministero e che paga in contanti senza i tempi di una burocrazia lentissima. e che soprattutto diffonda il benessere a tutta l’isola e non a poche strutture alberghiere".

LA SITUAZIONE SULL'ISOLA - Due barconi avvistati nel pomeriggio sono arrivati a Lampedusa con a bordo 366 migranti. In uno, proveniente dalla Libia, c’erano 229 persone tra cui 23 donne e quattro neonati. Sul secondo, proveniente invece dalla Tunisia, i migranti erano 147, di cui quattro donne. Con gli ultimi arrivi, i migranti presenti a Lampedusa sono circa 1.300.