BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA), 23 aprile 2011 - Non ha voluto sentire ragioni: alla domanda dell'insegnante sulla lavorazione dell’acciaio, Raffaele Serafini, 40 anni, allievo di un corso di 800 ore, ha dato una risposta giusta e circostanziata, ma completamente in dialetto veneto.  E alle proteste del prof, che lo invitava a tradurre la sua risposta in italiano, si è rifiutato categoricamente.

Morale: non è finito dietro la lavagna forse per questioni di età - e perché la stessa da anni è appesa al muro - ma non ha potuto risparmiarsi due giorni di sospensione. E' successo in un'aula del centro di formazione professionale Ferracina di Bassano del Grappa gestito dalla Provincia di Vicenza.

Alle rimostranze dell'insegnante, l'alunno Serafini ha dichiarato che "non sta scritto da nessuna parte che a scuola si deve parlare italiano". A mostrare il cartellino rosso allo studente non è stato il prof, ma la responsabile del Centro Natalia Vivian. E a chi pensa che la punizione sia stata troppo severa, va ricordato - come racconta il Giornale di Vicenza - che l'allievo non è nuovo a simili atteggiamenti. Serafini infatti, inscritto al ‘Partito Nazionale Veneto’ era stato poco tempo fa querelato dal presidente del Veneto Luca Zaia per due articoli che aveva pubblicato sulla ‘Gaxeta Veneta’ un sito che sarebbe stato registrato in Islanda con un provider armeno.

 

DIALETTO ANCHE A MILANO - La Lega in campagna elettorale con la traduzione in dialetto milanese del programma di Letizia Moratti. I “100 nuovi progetti” del sindaco uscente sotto lo slogan “Per una Milano sempre più bella da vivere” si sono trasformati in “Per ona Milàn sempre pussee bèlla de viv. I 100 progètt noeuv per la nostra città”, nella versione meneghina del fascicolo che il Carroccio ha fatto realizzare a cura di Piero Dragan e Adriana Scagliola e che ha distribuito questo pomeriggio in piazza della Scala, alla presentazione dei suoi candidati alla presenza del sindaco Letizia Moratti.

E proprio il sindaco ha dato il suo placet all’iniziativa: “Siamo a Milano - ha commentato Moratti - sono tradizioni che è giusto mantenere. Anche questo fa parte della nostra storia e delle nostre radici. Una volta tutti parlavamo in milanese”. In cima al testo “el primm impegn cont i milanes: anca per i cinch’ann che vegnèn ghe sarann nò di aument di tass o di tariff”.