Roma, 29 aprile 2011 - Alessio Burtone, qualche minuto prima di colpire con un pugno in faccia l’infermiera romena Maricica Hahaianu, finita in ospedale e poi deceduta dopo sei giorni di ricovero, sarebbe stato pesantemente aggredito dalla stessa donna quando i due erano in fila alla tabaccheria della stazione metro Anagnina per l’acquisto dei biglietti. Ad affermare quanto avvenuto il 6 ottobre scorso e’ un testimone che ha scritto e inviato mesi fa una lettera al pm Antonio Calaresu, titolare dell’inchiesta, preferendo, pero’, rimanere anonimo.

A fronte della richiesta di giudizio immediato per il reato di omicidio preterintenzionale avanzato dal magistrato, per il difensori del ragazzo, gli avvocati Fabrizio Gallo e Gian Antonio Minghelli, sarebbe fondamentale che questo teste uscisse allo scoperto per confermare quanto dice di aver visto quel giorno.

“Invio questa lettera - e’ scritto nella missiva finita nel fascicolo del pm - per comunicare che sono un professionista abbastanza noto, testimone oculare di quanto avvenuto venerdi’ 6 ottobre 2010. Quel giorno mi trovavo alla stazione per recarmi ad un appuntamento di lavoro. La dinamica della lite e’ la seguente, vista con i miei occhi e sentita con le mie orecchie: la signora Maricica, nella tabaccheria, dove mi trovavo anche io per comprare i francobolli, ha tentato di passare avanti ad Alessio Burtone, con modi abbastanza energici e prepotenti ai quali il ragazzo si e’ apposto, facendo scudo con il proprio corpo”. Stando a questo testimone, Maricica, uscita dalla tabaccheria, avrebbe affiancato il ragazzo, inveendo contro di lui ed offendendolo “fino a schiaffeggiarlo”.

Burtone, per sottrarsi a questa aggressione, “ha sferrato un pugno sul volto della donna al solo scopo di difendersi, senza nessuna intenzione malevola, tanto meno di uccidere, avendo reagito per secondo”.

Per la procura questo documento non vale nulla, considerato anche che a carico dell’indagato ci sono i video delle telecamere del posto, le dichiarazioni ben precise di altri testimoni, e le conclusioni della consulenza medico-legale. Opposto il punto di vista dei difensori del ragazzo, ancora detenuto a Regina Coeli in regime di isolamento: “Chiediamo nell’interesse della giustizia e della verita’ - e’ l’appello lanciato da Gallo e Minghelli attraverso gli organi di informazione - che l’ignoto testimone fornisca i propri dati alla difesa in modo che la stessa possa inserirlo nella lista dei testi da escutere”.

Intanto, il 9 maggio il gip Zaira Secchi valutera’ in camera di consiglio la richiesta della difesa di procedere con il rito abbreviato condizionato all’audizione di alcuni testi e a una nuova perizia medico-legale (con l’esclusione di sanitari della capitale). Secondo la difesa, infatti, Maricica e’ morta per le negligenze del personale ospedaliero che l’aveva in cura e non certo per il pugno sferratole da Burtone.