Roma, 26 maggio 2011 - Erano trent'anni che nessuno veniva condannato per il reato di ‘’stampa clandestina’’, previsto dalla legge sulla stampa del 1948, ci è riuscito il giornalista e blogger Carlo Ruta, che vive a Ragusa, che in appello ha visto affibiarsi 150 euro di ammenda. La sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania e’ stata pronunciata il 2 maggio scorso, ma se n’e’ avuta notizia oggi.

La sentenza conferma la condanna di primo grado pronunciata dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica il 9 maggio 2008 in seguito ad una denuncia dell’allora procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che si riteneva danneggiato dall’attivita’ del blog di Ruta.

La condanna di Ruta suscito’ due anni fa interrogazioni parlamentari, una ondata di proteste politiche e del mondo del web e numerose attestazioni di solidarieta’.

‘’Seguendo la logica prevalsa - fu il commento dell’on. Giuseppe Giulietti - la quasi totalita’ dei siti web italiani, per il solo fatto di esistere, potrebbero essere considerati fuorilegge, in quanto appunto ‘stampa clandestina’, e cio’ in spregio a ogni regola della democrazia’’.

La Corte ha stabilito che il blog di Ruta deve essere equiparato a un giornale cartaceo quotidiano; pertanto avrebbe dovuto essere registrato come testata giornalistica presso il Tribunale, e invece non lo era, come la maggior parte dei blog.

La difesa ha eccepito che il blog e’ uno strumento di documentazione, non puo’ essere considerato un prodotto giornalistico. Quello di Ruta, fra l’altro, come e’ risultato da alcuni accertamenti, veniva aggiornato episodicamente e senza regolarita’ periodica.

Sul blog ‘’accadeinsicilia’’, sito di documentazione storica e sociale diffuso via internet dal 2001 al 2004, Ruta ha documentato vicende di malaffare e di connivenza tra politica, mondo degli affari e criminalita’ organizzata.

Ruta e’ ‘’sorpreso e amareggiato’’ dalla condanna in appello. Invece di chiudere il caso invocando la prescrizione del reato, fara’ ricorso in Cassazione per provocare un pronunciamento di legittimita’ della Suprema Corte su una questione che considera di interesse generale, con pesanti effetti sulla liberta’ di espressione e di informazione. ‘’Impugneremo in Cassazione la sentenza della Corte d’Appello che - ha spiegato l’avvocato Giuseppe Arnone, che ha assistito Ruta nei due gradi di giudizio - ritengo gravemente illiberale in quanto non tiene in adeguata considerazione i principi costituzionali che garantiscono la liberta’ di stampa e d’informazione: elementi essenziali della democrazia’’.