Roma, 6 giugno 2011 - Ognuno è l’arbitro unico dei propri comportamenti (lo pensa l’85,5% degli italiani) e le regole possono essere aggirate in molte situazioni. Sono questi i principali risultati di un’indagine antropologica condotta dal Censis per comprendere "il disagio che sta vivendo la nostra società".

Nel divertimento è ammessa la trasgressione soprattutto dai più giovani (il 44,8%). Si crede che, quando è necessario, bisogna difendersi da sé anche con le cattive maniere (il 48,6%, quota che sale al 61,3% tra i residenti nelle grandi città). Per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi secondo il 46,4%.

Si può essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in materia di sessualità per il 63,5% (dato che sfiora l’80% tra i più giovani). La caduta dei filtri sociali si rileva in una molteplicità di comportamenti sempre più diffusi. Aumentano le forme di violenza in cui è forte la componente pulsionale della perdita di controllo e dell’aggressività. Tra il 2004 e il 2009 le minacce e le ingiurie sono aumentate del 35,3%, le lesioni e le percosse del 26,5%, i reati sessuali sono passati da 4.454 a 5.625 (+26,3%).

Anche le forme di dipendenza conoscono oggi una innovazione delle fenomenologie. Se diminuisce in generale il consumo di sostanze stupefacenti (tra il 2008 e il 2009 i consumatori sono calati del 25,7%, passando da 3,9 milioni a 2,9 milioni circa), la pericolosità sociale del consumo di droghe non sembra diminuire: aumentano, infatti, le persone prese in carico nei Sert per dipendenza da cocaina (+2,5%). E sono in crescita i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche: dal 2009 al 2010 passano dal 14,9% al 16,6% nella fascia di 18-24 anni.

La dimensione più distruttiva delle pulsioni si riscontra nel progressivo crescere delle forme di depressione. Il consumo di antidepressivi è emblematico: le dosi giornaliere sono più che raddoppiate dal 2001 al 2009, passando da 16,2 a 34,7 per 1.000 abitanti (+114,2%).

C'è poi la pulsione a una relazionalità virtuale: gli italiani sono tra i maggiori frequentatori dei social network. Dal settembre 2008 al marzo 2011 gli utenti di Facebook sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni. Ogni utente trascorre su Facebook mediamente 55 minuti al giorno, è membro di 13 gruppi, e ogni mese posta 24 commenti, invia 8 richieste di amicizia, diventa fan di 4 pagine e riceve 3 inviti a eventi.

La dimensione più narcisistica delle pulsioni è legata al bisogno di apparire. Nel 2010 sono stati circa 450.000 gli interventi di chirurgia estetica effettuati in Italia. Anoressia e bulimia sono le prime cause di morte tra le giovani di 12-25 anni, e ne sono colpite circa 200.000 donne.

In definitiva per il Censis "siamo una società in cui sono sempre più deboli i riferimenti valoriali e gli ideali comuni, in cui è più fragile la consistenza dei legami e delle relazioni sociali. In questa indeterminatezza diffusa crescono comportamenti spiegabili come l’effetto di una pervasiva sregolazione delle pulsioni, risultato della perdita di molti dei riferimenti normativi che fanno da guida ai comportamenti".