Giaglione (Torino), 3 luglio 2011 - Il popolo ‘No Tav’ è tornato numeroso (almeno 50 mila, secondo gli organizzatori) alla protesta in Val di Susa. Si sono confermate però quasi subito le previsioni della vigilia sui rischi di scontri e violenze. Alcune migliaia di manifestanti già all’inzio dei due cortei partiti in mattinata da Giaglione e da Exilles hanno infatti scelto la via dei boschi e dei sentieri per raggiungere la zona off-limits del cantiere Ltf entrando in contatto con le forze dell’ordine.

 

Sono seguite ore di guerriglia, lancio di petardi, bombe carta, contro la polizia che era a protezione dell’area attorno al cantiere della tratta Torino-Lione e che ha risposto con i lacrimogeni. Una vera e propria giorbnata di guerriglia sui sentieri e tra i boschi. Secondo la Questura di Torino, il bilancio dei feriti negli scontri, per le forze dell'ordine, al momento è il seguente: - 1 Primo Dirigente della Polizia di Stato; - 5 Funzionari della Polizia di Stato; - 130 operatori dei Reparti Mobili; - 37 Carabinieri; - 15 Finanzieri. In totale, quindi, i feriti sono 188.

 

Il bollettino sarebbe destinato ad aumentare, tenuto conto che alcuni degli appartenenti alle Forze di Polizia che stamattina sono stati coinvolti negli scontri contro gli antagonisti in località La Maddalena, al termine del servizio si porteranno presso un nosocomio cittadino per le cure del caso.  Cinque i ‘No Tav’ arrestati


L’ala dura e più violenta dei ‘No tav’, secondo la Questura di Torino, ha operato con “modalità paramilitari”. Tra i più aggressivi circa 300 antagonisti provenienti dall’estero, in particolare dalla Francia, Spagna, Austria e Germania. Lo riferisce l’ufficio stampa della questura di torino.

 

Dei circa 2000 aderenti a centri sociali presenti alla Maddalena, secondo la questura piemontese, circa 800 appartengono all’antagonismo radicale e resistente, che “rappresenta l’ala più dura di questo coagulo a livello europeo di professionisti della protesta, mentre circa 300 provengono dall’estero”.

 

TREGUA -  Dopo quasi due ore di guerriglia nella zona della centrale di Chiomonte, all’imbocco dell’area di cantiere, la situazione è tornata calma. Una delegazione di manifestanti, a braccia alzate, ha incontrato dirigenti e funzionari di polizia sul ponte della valle Clarea.

 

All’incontro ha partecipato anche il consigliere regionale dei ‘grillini’ Davide Bono.  Le forze dell’ordine hanno invitato i manifestanti a desistere dalla violenza, ricordando i 76 feriti che Polizia, Carabinieri e Gdf lamentano negli scontri della caldissima giornata No Tav. I manifestanti si sono lamentati per l’uso di lacrimogeni.

 

LE RAGIONI DEGLI ORGANIZZATORI - "La Tav non si farà mai - ha spiegato Alberto Perino, leader del movimento No-Tav - perché non ci sono i soldi, perché non hanno le idee chiare e perché ci siamo noi. L’unica cosa che riescono a fare è aprire cantieri per mangiare i soldi pubblici".

 

"Questa manifestazione - ha commentato invece Sandro Plano, presidente della Comunità montana - è il segnale che non esiste tutto questo consenso sbandierato, nella Valle di Susa ci sono migliaia e migliaia di persone contrarie e ci sono i sindaci di 23 Comuni che hanno deliberato la loro contrarietà all’opera". 

 

RITROVATE BOMBE-CARTA - Un contenitore con 14 bombe carta è stato rinvenuto poco fa nell’area prospicente il cantiere Ltf in località la Maddalena. Il materiale è stato rintracciato e sequestrato da parte delle forze dell’ordine impegnate a monitorare l’area dove si stanno svolgendo le marce.

 

COTA - FASSINO - SAITTA: "AVANTI SENZA PAURA" - “Esprimiamo solidarietà e sostegno alle forze dell’ordine impegnate in un’azione a difesa della legalita’. Esprimiamo inoltre una ferma condanna per gli atti di violenza a loro danno, riaffermando nel contempo l’importanza strategica della Tav e la volonta’ di andare avanti senza farsi intimorire”. Lo dichiarano in comunicato congiunto il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, il sindaco di Torino Piero Fassino ed il Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta.

 

"DOMANI RIAPRE IL CANTIERE" - "Oggi a Chiomonte le forze dell’ordine hanno respinto a prezzo di molti feriti l’attacco di bande teppistiche difendendo il cantiere della Maddalena che da domani riprendera’ la sua normale attività. Va detto con chiarezza che in questo caso i violenti non erano degli “infiltrati” nel movimento, ma degli “invitati” di cui era prevista la partecipazione ed auspicato il ruolo di testa d’ariete. La recinzione del cantiere ha retto bene: ciò che è andata in frantumi è la legittimazione morale dei NoTav come movimento pacifista”. Lo afferma il Presidente dell’Osservatorio sulla Tav Torino-Lione, Mario Virano.

 

NAPOLITANO - “Quel che è accaduto in Val di Susa, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le isituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza”.
 

 

"La più ferma condanna" è stata espressa anche dal Presidente del Senato, Renato Schifani.

 

I CENTRI SOCIALI: FERMARE I VIOLENTI IN DIVISA - "Fermare i violenti in divisa, libertà immediata per gli attivisti fermatI": così titola una nota diffusa in tarda serata dai centri sociali Tpo di Bologna e Rivolta di Venezia e dal desk di globalproject.info sulla giornata in Val di Susa.

 

"Tre nostri fratelli - affermano - sono stati aggrediti, picchiati, feriti gravemente e sottoposti a torture. Jacopo, studente veneziano di 19 anni, è in ospedale con traumi gravissimi e in condizioni molto serie. Il poliziotto che gli ha sparato con una granata lacrimogena da guerra ad alzo zero ha sparato volontariamente e sapendo di poter uccidere. Fabiano, del Centro sociale Tpo ed attivista per la giustizia ambientale e sociale, è stato ferito gravemente riportando traumi lacero-contusi al capo, il setto nasale fratturato ed ha una mano fratturata. Agli arrestati - prosegue la nota - è stato riservato un trattamento violento con botte e con privazione delle cure mediche. Chi lo ha fatto e’ un torturatore in concorso con altri, che vestono la stessa divisa. Gianluca, attivista del Centro sociale Rivolta, è stato fermato e trasportato in ospedale per le botte ricevute. A distanza di 10 anni da Bolzaneto, le pratiche dei reparti mobili italiani non sono cambiate per nulla".

 

"Chi si dissocia da ‘comportamenti violenti’ - rilevano i centri sociali - si rivolga al ministro Maroni e reclami le sue dimissioni, invece di confondersi nel gioco di distinzione tra manifestanti buoni e cattivi. Ribellarsi ha significato costruire una giornata di indignazione generale, enorme e non ignorabile, con un assedio di massa di decine di migliaia di persone che hanno bloccato i cantieri accogliendo l’appello dei comitati no Tav. Noi eravamo a Chiomonte ed in Val Susa. E siamo felici di esserci stati. Perche’ ne’ Cota ne’ Fassino possono fermare il vento che e’ cambiato. Tutti liberi! Liberi tutti!’’.

 

LE REAZIONI

 

Gli scontri in Val di Susa, con un gruppo di persone che staccatosi dal corteo è venuto in contatto con gli agenti schierati nell’area del primo cantiere della Tav Torino-Lione, fa discutere la politica. A scatenare la polemica sono soprattutto le frasi di Beppe Grillo che ha definito “prove tecniche di dittatura” i blocchi delle forze dell’ordine e “eroi” i manifestanti.

 

“In Val di Susa gli eroi sono i poliziotti e gli operai, non i manifestanti né tantomeno i delinquenti che tirano le pietre”, gli ha risposto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. E Osvaldo Napoli, vice presidente del Pdl alla Camera, ha bollato il comico genovese come un “eroe di sciocchezze”.

 

Durissima replica del senatora del Pdl Andrea Fluttero alle parole di Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle viene definito "come Bin Laden" e "diversi storici ‘rivoluzionari miliardari’ " che "forse non amando il golf ed essendo stufi di riempirsi la pancia di ostriche, caviale e champagne, si divertono, giocando sulla pelle della gente, con il gioco del ‘piccolo rivoluzionario’". Secondo Fluttero "Anche oggi i manifestanti non sono riusciti a trattenersi dall'utilizzare in modo strumentale i bambini".

 

Solidarietà a Beppe Grillo arriva dal leader di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero: "I politici che lo attaccano vogliono nascondere il significato della manifestazione a cui Grillo ed io abbiamo partecipato oggi e cioè che la popolazione della Val Susa è contraria alla Tav. Inoltre tutti sanno che gli scontri odierni sono dovuti alla militarizzazione della valle decisa dal governo".

 

"Io chiedo che ogni forza politica e ogni persona civile rifiuti non solo la violenza ma ogni parola di giustificazione della violenza, perché non è consentito mettersi su questa strada". Lo ha dichiarato questa sera il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, intervenendo alla festa Democratica di Seriate (Bergamo), commentando gli scontri in Val di Susa. "Siamo in democrazia, sono state prese delle decisioni e ci puo’ essere disaccordo - ha aggiunto Bersani - Tuttavia abbiamo assistito a cose che non sono accettabili. Che la polizia debba difendere un cantiere ed essere aggredita in questo modo non e’ accettabile".

 

Qualche sfumatura si coglie nelle parole di Angelo Bonelli, presidente del Verdi, che da una parte ha condannato “fermamente le violenze” ma dall’altra ha sottolineato anche come alla manifestazione non ci fossero “né corrotti, né mafiosi, né pidduisti ma tante famiglie bambini, ragazzi, suore, agricoltori che hanno manifestato pacificamente”.

 

Il governo, comunque, ha assicurato che l’opera sarà portata avanti. “Anche oggi - ha spiegato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli - va ribadito che la Torino-Lione è un’opera che genera sviluppo, crescita e occupazione e che pertanto è prioritaria. Non sarà un ristretto gruppo di violenti e delinquenti giunto nell’area del cantiere della Maddalena da tutta Italia e dall’estero a far cambiare idea al governo che intende realizzare la Tav nel rispetto degli accordi e degli impegni internazionali”. 

 

La condanna arriva anche da Sel, che assicura di aver partecipato a  "una grande manifestazione fatta di tante persone, con gli amministratori locali, e numerose famiglie con bambini” e chiede che "nessuno cerchi di strumentalizzare questo movimento popolare”.  "Perciò - sottolinea - condanniamo chiunque si sia reso protagonista di atti violenti".