Torino, 4 luglio 2011 - Notte tranquilla a Chiomonte, in Val di Susa, dopo la guerriglia di ieri quando gruppi di manifestanti hanno assalto il cantiere della Tav alla Maddalena. Gia’ nella notte gli operai sono tornati nel sito e hanno ripreso i lavori che proseguono tutt’ora. Regolare anche la viabilita, sia sull’autostrada A32 riaperta in serata dopo un’intera giornata di chiusura per motivi di sicurezza, sia lungo le statali.

Sono quattro le persone arrestate dalla Polizia ieri durante gli scontri con i No Tav in Val di Susa. I reati contestati vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale a violenza e lesioni. I quattro, insieme una quinta persona denunciata a piede libero, sono indagati anche per i reati di getto pericoloso di cose e possesso di materiale esplodente.

Ieri al termine degli scontri la Digos ha rinvenuto e sequestrato alcune bottiglie molotov in possesso dei manifestanti. Le forze dell’ordine hanno confermato la presenza di 6mila manifestanti ieri in Val di Susa, circa 3mila del Movimento No Tav aderenti ai cortei “istituzionali” mentre altri 3mila sarebbero i manifestanti violenti arrivati anche dall’estero. Per il Movimento invece, la partecipazione alla manifestazione e’ stata dieci volte superiore con oltre 50mila persone in marcia per dire no all’opera.

MARONI: TENTATO OMICIDIO - “Mi auguro che la magistratura vada fino in fondo, sono d’accordo con quei commentatori che oggi sostengono che si possa contestare il tentato omicidio perchè chi utilizza molotov con ammoniaca significa che attenta alla vita di poliziotti e carabinieri. Ieri c’è chi ha cercato di ammazzare carabinieri e poliziotti che altro non facevano che difendere la legalità e la democrazia”,    afferma il ministro dell’Interno Roberto Maroni intervenuto in Regione Lombardia a Milano.

Il ministro ha poi ringraziato “sinceramente” a nome del Governo e a titolo personale tutte le forze dell’ordine “per aver gestito la situazione e per aver contrastato una violenza, non solo eversiva come giustamente ha affermato il capo dello Stato, ma anche di stampo terroristico, che non ha giustificazione e che tendiamo a contrastare con ogni mezzo possibile”. “Confermo che l’opera sarà fatta - ha concluso Maroni - e saranno garantite tutte le misure di sicurezza”.

GRILLO: BALCK BLOC DA ARRESTARE - “Ieri ho chiamato eroi i valsusini che manifestavano pacificamente, come fanno da anni, per il loro territorio. Sono il primo a condannare e a voler sapere chi sono i black bloc annunciati dai media da giorni. Li trovino, li arrestino”. Beppe Grillo, con un intervento postato stamattina sul suo blog, precisa il senso delle sue dichiarazioni di ieri a Chiomento, che hanno innescato forti polemiche.
 

“La nebbia dei media - attacca il comico - e’ calata sulle ragioni della protesta. Sempre ignorate. Non ha speso una parola sui motivi per i quali un’intera valle e’ contraria alla Tav. Non ha spiegato le ragioni dei valsusini. La Tav, l’ho scritto decine di volte in 7 anni, non serve. Non e’ un treno ad alta velocita’, ma un treno merci che dovrebbe trasportare in un lontano futuro carichi inesistenti e in diminuzione da un decennio sull’attuale tratta ferroviaria della Val di Susa. Esiste gia’, infatti, una linea merci che collega Torino a Modane completamente sottoutilizzata. Un tunnel di 57 chilometri. L’opera sara’ finita tra venti anni, un periodo infinito, in cui si prevede un’ulteriore diminuzione dei trasporti europei”.

E ancora: “A che serve la Tav? Ma soprattutto a chi serve? Chi ci guadagna? Il costo previsto e’ di 22 miliardi a carico della collettivita’. La Ue ci dara’ solo 672 milioni (soldi nostri comunque, dato che diamo ogni anno circa 13 miliardi alla Ue e ne riceviamo 9). Perche’ nessuno confuta questi dati?” “Tremonti - conclude Grillo - ha appena annunciato una manovra di 47 miliardi di tagli e di tasse per evitare il default, ma la ennesima Grande Opera s’ha da fare, come sempre a spese degli italiani. Vedo in questo accanimento dei partiti per la Tav, che per primi sanno essere inutile, la disperazione di chi ha fallito, ma non puo’ tornare indietro. Se non ci fossero stati Fukushima e il referendum quante decine di migliaia di uomini avrebbero dovuto mobilitare per costruire le centrali nucleari che nessun italiano voleva, ma la politica assolutamente si’?”.

VENDOLA: MORTE DELLA POLITICA - "La violenza è la morte della politica", dichiara il presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra, ecologia e liberta’, Nichi Vendola, commentando gli scontri in Val di Susa. "Io ho costruito un intero percorso politico sul principio assoluto della non-violenza. Oggi - ha spiegato Vendola - si mette in discussione la legittimità della contestazione a quel modello di alta velocità e questo non sta bene. Coloro che spostano sul terreno della violenza la battaglia legittima contro l’alta velocita’ in Val di Susa rischiano di dare una mano a quelli che vogliono tirar fuori dalla possibile interlocuzione civile il tema dell’alta velocita’. E’ un peccato perche’ un’intera popolazione si e’ ribellata". 
 

IL BILANCIO - Lo slogan della manifestazione era “A mani nude, a mani pulite” e in migliaia vi hanno aderito da tutta la Val Di Susa, compresi anziani e bambini, alcuni in passeggino, per manifestare la loro contrarieta’ alla costruzione della Torino-Lione. Ma poi la manifestazione nazionale No Tav ieri si e`trasformata in una guerriglia con piu` fronti aperti sulle montagne di Chiomonte.

 Una battaglia tra frange violente, rafforzate da black bloc provenienti dall`estero, e forze dell`ordine. Sassi e ammoniaca, contro lacrimogeni. E ancora si sta facendo la conta dell`arsenale trovato nei dintorni del piccolo borgo di Ramats. Gli amministratori della Valle urlavano alla loro gente ai megafoni di portare via donne e bambini e di non tagliare per i sentieri. “Chi lascia il corteo autorizzato fa una sua scelta e si prende le sue responabilita`”, urlavano sindaci della Valle.


A fine serata qualcuno di loro ha temuto che potesse andare peggio, di come è andata, visti i luoghi impervi e i precipizi che sono stati teatro di battaglia. Alla fine rimane un bilancio pesante: 223 i manifestanti rimasti feriti, contusi o intossicati dai gas lacrimogeni durante gli scontri con le forze dell’ordine in Valle di Susa, secondo fonti No Tav. 188 feriti tra le forze dell’ordine, alcuni a causa dello scoppio di bombe carta - ne erano state rinvenute 14, nascoste in un contenitore nei boschi poche ore prima degli scontri - molti per le sassaiole che partivano a ridosso della recinzione del futuro cantiere.