Treviso, 3 agosto 2011 - Chiede al giudice il permesso di non utilizzare, in caso di necessità, i farmaci e il magistrato l’accontenta. Protagonista della storia una trevigiana di 48 anni, testimone di Geova, colpita da una gravissima malattia degenerativa. Secondo quanto riporta il Gazzettino, la donna ha ottenuto dal giudice tutelare di Treviso Clarice di Tullio il permesso di non ricorrere alle cure salvavita.

 

La paziente avrebbe già rifiutato tracheotomia e trasfusione, ma al momento non sarebbe al momento in immediato pericolo di vita. Le sue disposizioni, affidate al marito, restano tuttavia chiare: "Non voglio che la mia vita venga prolungata - avrebbe detto la donna - se i medici sono ragionevolmente certi che le mie condizioni sono senza speranza".

 

Ora un giudice le ha dato ragione,disponendo che la paziente, attraverso il marito nominato amministratore di sostegno, possa rifiutare i farmaci salvavita. Una decisione che, tuttavia, ha suscitato clamore nel mondo sanitario e civile.